Etruschi in Valdichiana. La collezione dei conti Passerini Tesori dall'Etruria

Archeologia Viva n. 206 – marzo/aprile 2021
pp. 52-63

di Mario Iozzo  e Maria Rosaria Luberto

Il volto delle aristocrazie dell’Etruria interna a lungo protagoniste nella gestione dei fertili territori della Valdichiana centrale emerge dai preziosi manufatti recuperati e collezionati nella seconda metà dell’Ottocento da una storica famiglia nobile della Toscana: i conti Passerini patrizi di Firenze e Cortona

Nonostante la dispersione di molti capolavori un nucleo consistente della collezione è approdato al Museo Archeologico di Firenze dove è in corso una mostra che ripercorre questa particolare vicenda dell’archeologia italiana

Ci sono voluti centotrent’anni, e una serie di fortunose vicende, perché la preziosa raccolta di antichità nota come collezione Passerini ritrovasse una forma vicina alla sua originaria composizione.

Ceramiche etrusche e attiche figurate, buccheri, oggetti d’arredo, da toeletta e armi, in bronzo e ferro, decorazioni di mobili e suppellettili varie in avorio e osso, oreficerie, anfore da trasporto e vasi acromi (non dipinti – ndr) con iscrizioni, anche complesse, usati per contenere le ceneri del defunto, e altre categorie di manufatti, databili per lo più tra VII e III-II sec. a.C., dunque dalla piena età etrusca alla transizione nel mondo romano.

Sono circa trecento reperti, oggi conservati al Museo Archeologico Nazionale di Firenze e un tempo appartenuti al conte Napoleone Pio Passerini (1862-1951), erede legittimo del ricchissimo Pietro Passerini da Cortona (1791-1863) che lo riconobbe come figlio in punto di morte quando Napoleone Pio aveva appena un anno.

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