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Istmo di Panama: la genetica racconta…

Passaggio obbligato 

L’Istmo di Panama è stato un passaggio obbligato durante il primo popolamento delle Americhe circa 15-20 mila anni fa e un punto nevralgico per la circolazione di beni, idee e persone durante il più recente periodo coloniale.


Ricostruire la storia demografica degli ultimi dieci mila anni di questo stretto lembo di terra attraverso il DNA è l’obiettivo del team internazionale di antropologi, archeologi, storici e genetisti provenienti da Panama, Colombia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Estonia, Spagna e Italia, coordinati dai genetisti Alessandro Achilli e Marco Rosario Capodiferro del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell’Università di Pavia, in collaborazione con la storica Bethany Aram dell’Università Pablo de Olavide di Siviglia.

Novità dal passato e…dal presente

Il gruppo internazionale – coordinato dal professor Alessandro Achilli dell’Università di Pavia – è riuscito a ottenere per la prima volta genomi antichi dall’Istmo di Panama. Questi, confrontati con i genomi delle popolazioni attuali, hanno messo in evidenza le particolarità genetiche dell’area Istmo-Colombiana fornendo anche una nuova interpretazione di alcune sepolture pre-Ispaniche rinvenute a Panama City.

Lo studio ha inoltre identificato una nuova componente genetica, mai riscontrata prima nelle popolazioni Indigene americane, presente soprattutto in uno degli attuali gruppi etnici panamensi (i Guna).

12 genomi antichi sotto la lente

Il clima tropicale di Panama e la vicinanza dei siti di scavo all’oceano sono condizioni estreme per la conservazione dei residui di DNA presenti nei resti scheletrici (ossa e denti) di antiche sepolture.

Nonostante ciò, gli studiosi sono riusciti ad analizzare 12 genomi antichi, di cui dieci pre-Ispanici e due del primo periodo coloniale, tutti sepolti a Panama City (nei siti di Coco del Mar e Panamá Viejo), e i genomi moderni di 84 individui provenienti da tutta Panama che nel 2016 avevano donato il proprio DNA per questa ricerca.

Straordinaria diversità genetica

«La ricerca − dichiara il professor Capodiferro − ha messo in evidenza una chiara differenziazione genomica delle popolazioni di Panama, che caratterizza in maniera evidente i diversi gruppi etnici attuali e precoloniali di Panama. Potremmo dire che ciascun gruppo ha una propria storia genetica. Al contempo sono state identificate anche maggiori somiglianze genetiche tra i gruppi etnici della regione occidentale di Panama rispetto alla parte orientale, e i campioni antichi analizzati in questo lavoro».

Somiglianze e variabili

Il confronto con i dati genomici di 1800 individui antichi e moderni ha da un lato confermato che i gruppi Indigeni (antichi e moderni) dell’Istmo di Panama condividono le stesse radici genetiche con le popolazioni indigene di Nord, Centro e Sud America, dall’altro ha rivelato una  variabilità genetica  unica  nell’area  Istmo-Colombiana,  particolarmente  evidente  nei  Panamensi.

Indietro nel tempo fino all’Olocene

«Per spiegare questa unicità – dichiara Achilli – abbiamo dovuto ipotizzare l’arrivo a Panama di tre diverse componenti genetiche ancestrali molto antiche, fra le quali una mai evidenziata in precedenza, che raggiunse Panama più di dieci mila anni fa, espandendosi localmente durante il primo Olocene e che ha lasciato tracce evidenti sia nel genoma dei Panamensi di oggi, specialmente in gruppi etnici isolati come i Guna, sia in quelli del passato».

Questo studio ha fornito anche nuove interpretazioni su due tombe pre-Ispaniche rinvenute nei siti archeologici di Panamá Viejo e Coco del Mar, che presentano scheletri interi di sesso femminile circondati da numerosi crani di individui di sesso esclusivamente maschile, datati tra il 600 e il 1450 d.C.

Il team internazionale di studiosi che ha condotto le ricerche genetiche sulle popolazioni dell’Istmo di Panama per ricostruirne la storia demografica