Kos: la più bella di tutte… Mediterraneo Orientale

Kos: la più bella di tutte…

Archeologia Viva n. 161 – settembre/ottobre 2013
pp. 46-57

di I. Baldini, M. Livadiotti e G. Rocco, con scheda storica di S. Cosentino

Sulla famosa isola greca patria del grande Ippocrate continua la lunga tradizione italiana di scavi e restauri che ora consentono di leggere oltre 2500 anni di insediamenti e di civiltà fra Greci Romani e Bizantini

«La città non è grande, ma per architettura è la più bella di tutte e piacevolissima a vedersi arrivandovi». Così, in età augustea, lo storico e geografo Strabone descriveva la città di Kos, nell’omonima isola delle Sporadi meridionali, fondata secondo Diodoro Siculo nel 366 a.C. sul sito di un precedente insediamento di età geometrica e arcaica, che già utilizzava come porto un’insenatura naturale ben protetta.

L’importanza di Kos in età ellenistico-romana, ovvero a partire dal IV sec. a.C., iniziò a emergere dagli scavi effettuati durante il periodo dell’occupazione italiana (1911-1945) del Dodecaneso.

Specie dopo il terremoto del 1933, che aveva distrutto gran parte del borgo medievale, fu possibile mettere in luce grandi settori del tessuto antico, poi sistemati a parchi archeologici nel nuovo piano regolatore urbano.

A partire dalla metà del Novecento, gli scavi condotti dal Servizio archeologico greco hanno ulteriormente affinato la conoscenza dell’antica topografia di Kos.

Nel 1986, la Scuola Archeologica Italiana di Atene iniziò una raccolta sistematica dei documenti relativi agli scavi italiani, in parte dispersi nel corso del secondo conflitto mondiale (i risultati sono stati editi nel catalogo di una fortunata mostra inaugurata a Rodi nel 1994 e replicata a Roma e ad Atene).

Incrociando i dati provenienti dai vecchi scavi con i risultati delle nuove indagini e soprattutto con le informazioni fornite da un nuovo rilievo dell’impianto urbano, la ricerca di una missione del Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria civile e Architettura del Politecnico di Bari (DICAR), iniziata nel 2000, permette ora di delineare un’immagine più dettagliata della città ellenistico-romana e dei suoi monumenti.

L’attività si svolge nell’ambito di una collaborazione cui aderiscono il Ministero della Cultura greco, la 22a Eforia preistorico-classica, la 4a Eforia bizantina di Rodi e l’Istituto archeologico di Studi egei e ha visto in questi anni la partecipazione di oltre duecento studenti, laureandi e dottorandi del DICAR, ai quali non è mai venuto meno il sostegno economico dello stesso Politecnico. […]