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Bellezze… al bagno. Fortuna, Iside e Igea a San Casciano dei Bagni

1 aprile 2021 


Oggi come ieri… A pochi metri dalle vasche pubbliche di acqua termale a San Casciano dei Bagni (Si) riemerge un santuario di età augustea.


Le polle di acqua calda di ieri e di oggi 

Luogo di culto e… benessere

È l’estate scorsa quando dallo scavo presso il Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, riemergono dal fango caldo le tracce dell’ingresso monumentale di un santuario di età romana  sulla cui soglia c’è un altare in travertino.
L’iscrizione “sacro ad Apollo” non lascia dubbi su quale fosse la divinità tutelare.


La scoperta dell’altare di Apollo

Sorprese dall’acqua calda!

Nell’autunno 2020, gli archeologi si cimentano in un vero e proprio scavo immersi nell’acqua calda dalla quale, in prossimità di un orto abbandonato a pochi metri dalle polle pubbliche ancora oggi in uso, riemergono con maggior chiarezza le vestigia dello stesso santuario romano il cui carattere sacro è suggellato da altari dedicati a Fortuna Primigenia, Iside oltre che ad Apollo.


Gli altari dedicati alle divinità protettrici ancora immersi nell’acqua termale 

E non è finita. Dallo stesso contesto emerge una statua in marmo raffigurante Igea, che i giovani archeologi di diverse università italiane e internazionali (da Siena, Pisa, Firenze, Roma La Sapienza, Sassari, Dublino e Cipro) partecipanti allo scavo  hanno “toccato con mano” prima ancora di vederla emergere con chiarezza dal fango.


Statua di Igea, marmo a grana fine, da un livello di obliterazione dell’edificio nel santuario (IV-V sec.d.C.)
©Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Siena Grosseto Arezzo

Le vite del santuario

L’impianto monumentale del santuario è riconducibile all’età augustea ma si sovrappone a un luogo sacro frequentato già in epoca etrusca a partire almeno dall’età ellenistica.


Estate 2020: archeologi al lavoro nell’area del Bagno Grande
©Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Siena Grosseto Arezzo 

In età augustea (fine I sec. a.C. –  inizio I sec. d.C.) il santuario assume la forma di un edificio con copertura a compluvio su un bacino centrale circolare, poggiante su quattro colonne tuscaniche, e con propileo di ingresso a sud delimitato da due colonne a base attica.
È a seguito di un drammatico incendio avvenuto probabilmente alla metà del I sec. d.C., tra l’età flavia e l’età traianea, che l’edificio viene ricostruito e ampliato.

Donne da… altare

Verso la fine del II sec. d.C. tre altari in travertino – con dediche anche a Fortuna Primigenia e a Iside – sono deposti nel cuore del santuario, sul bordo della vasca della sorgente calda, che sgorga a 42 gradi. Un universo di divinità che, se associate ad Apollo, Esculapio e Igea, che già conoscevamo dal Bagno Grande forma un variopinto quadro dei rituali legati a questo santuario.


Altare di Fortuna-Primigenia 

I protagonisti

Lo scavo archeologico è in concessione al Comune di San Casciano dei Bagni da parte della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio ed è stato concepito fin da subito come una collaborazione di ricerca e tutela tra il Comune e la Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo.


Il “cuore” del santuario 

La Direzione dello Scavo è affidata a Emanuele Mariotti, archeologo professionista esperto di topografia e geofisica applicata all’archeologia e il Coordinamento del Comitato Scientifico è di Jacopo Tabolli, funzionario della Soprintendenza e docente a contratto dell’Università per Stranieri di Siena. Il Comitato Scientifico coinvolge anche Stefano Camporeale (Università di Siena), Paraskevi Christodoulou (University of Cyprus), Hazel Dodge (Trinity College Dublin) e Lisa Rosselli (Università di Pisa).

Trenta autori e un libro per tutti

Le scoperte a San Casciano dei Bagni sono presentate nel volume Il Santuario Ritrovato. Nuovi Scavi e Ricerche al Bagno Grande di San Casciano dei Bagni (Edito da Sillabe) a cura di Emanuele Mariotti e Jacopo Tabolli.
Il volume raccoglie gli studi di più di trenta autori sui risultati dello scavo.


Orecchie votive in bronzo rinvenute nel santuario 

Romani di Toscana

Commenta il funzionario archeologo Jacopo Tabolli: «Pubblicare integralmente uno scavo a meno di sei mesi dalla sua conclusione è un’impresa piuttosto rara. Questo progetto è nato dalla voglia di condividere i primi risultati di uno scavo che siamo certi restituirà altre tracce importanti del paesaggio religioso romano del territorio. Il volume prende le mosse dallo scavo del Bagno Grande, ma spazia dalla preistoria del Monte Cetona allo sviluppo della città etrusca di Chiusi, fino alla romanizzazione del territorio».

«Quello di San Casciano dei Bagni è un territorio più sconosciuto agli archeologi rispetto a tanti luoghi noti della Val di Chiana, della Val di Paglia e della Val d’Orcia, eppure nelle pagine del volume si snoda un racconto ricco di testimonianze archeologiche, ancora tutto da scrivere».

Info. 0578 269221
www.unionecomuni.valdichiana.si.it