Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 161 – settembre/ottobre 2013

di Piero Pruneti

Compiono cento anni le ricerche italiane a Cirene e Archeologia Viva festeggia la ricorrenza con un articolo speciale curato dalla missione dell’Università di Urbino diretta da Mario Luni.

Nonostante la crisi economica italiana e l’instabilità politica della Libia, gli archeologi dei due paesi continuano a collaborare in un quadro di rapporti che impone fiducia nel futuro del Mediterraneo: scavi e restauri per costruire un avvenire migliore, evitando, ognuno con la propria intelligenza e le forze di cui dispone, che guerra, miseria e disperazione facciano terra bruciata di risorse preziose. Cirene, magnifica metropoli dell’antichità, testimonianza di civiltà e benessere su quella stessa costa africana da cui oggi partono i barconi dei migranti…

Dopo decenni di cieca monoproduzione petrolifera imposta dal regime gheddafiano, il parco archeologico che si sta realizzando fra le immense rovine di Cirene diventa simbolo di un Paese che vuole rinascere e di un’amicizia con l’Italia fondata sui valori della collaborazione e della cultura, piuttosto che sulla furbizia e la piaggeria che hanno contraddistinto le relazioni italo-libiche fino a non molto tempo fa.

La stessa restituzione della statua della Venere di Cirene avvenuta nel 2008 – un civile atto di rispetto del patrimonio altrui che fa onore al nostro Paese, in linea con la vicenda di un altro monumento simbolo, la stele di Axum, restituita all’Etiopia nel 2005 – si inserì in un contesto di rapporti politici all’epoca poco raccomandabili… Cirene: luogo simbolo di una storia mediterranea che è possibile migliorare se ci rimbocchiamo le maniche.

A proposito del Mare Antico – secondo la bella definizione di Folco Quilici – possiamo annunciare che la Borsa mediterranea del turismo archeologico, arrivata alla sedicesima edizione, quest’anno scommette tutta se stessa proponendosi non più in un centro fieristico, ma fra gli stessi templi di Poseidonia/Paestum, in una totale e spettacolare osmosi fra passato e presente.

Piero Pruneti 

direttore di “Archeologia Viva”