Archeologia Viva n. 160 – luglio/agosto 2013
di Piero Pruneti
Una bella mostra in corso a Villa Adriana, a Tivoli, e il coinvolgente articolo che pubblichiamo ci parlano di un autore quasi mitico nell’ambito della letteratura di ricostruzione storica. Marguerite Yourcenar. La vediamo giovanissima passeggiare fra le rovine di quel complesso monumentale che per Adriano fu molto più di una sfarzosa e raffinata residenza. Un luogo dove le memorie e i simboli si materializzano in giochi di architetture e in meravigliose opere scultoree.
Quasi un’autobiografia dell’imperatore molto intima e al tempo stesso esibita. La Yourcenar, già in quel sopralluogo effettuato nel 1924, seppe ascoltare questi messaggi. Villa Adriana, come lei stessa racconta, fu «il punto di partenza, la scintilla» per la grande impresa di Memorie di Adriano.
Dal momento della prima pubblicazione, nel 1951, il libro ha conosciuto una fortuna ininterrotta, formativa per diverse generazioni, fornendoci un ritratto dell’imperatore che, al di là della realtà storica e della dimensione umana – quest’ultima ancor più difficile da intuire e ricostruire -, vive in piena autonomia.
L’Adriano rappresentato da Marguerite è così completo, coerente e perfettamente ambientato, da diventare il protagonista storico effettivo. L’altro Adriano, quello vero, dopo la Yourcenar, è invece diventato lui un fantasma, messo in ombra dal personaggio letterario.
Ci possiamo chiedere se tutto questo sia “giusto”, ovvero se la ricostruzione storica effettuata da uno scrittore e non da uno storico professionista sia un’operazione “corretta”.
Certo è che Marguerite fece tutto il possibile per documentarsi prima di scrivere e l’esito è un capolavoro. E i capolavori, come tali, non devono rendere conto a niente e a nessuno, disponendo di vita propria.
Anche le rovine di Villa Adriana non sono più le stesse da quando ci camminò in mezzo la scrittrice, perché quel romanzo le ha dotate di una vita nuova e diversa. Almeno per i lettori “pensanti”, dai quali la Yourcenar ambiva essere apprezzata…
Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”