News

Testa Lorenzini: il Laser la fa bella

18 giugno 2021


Novità al Museo

Uno speciale trattamento di bellezza per la “Testa Lorenzini”, capolavoro indiscusso della scultura etrusca in marmo (V sec. a.C.). Fortemente influenzata dall’arte greca, la testa faceva parte in origine di una grande statua di culto del dio Aplu (Apollo) che si ergeva in un tempio dell’antica Volterra. L’opera fu acquistata dal Ministero della Cultura nel 2019 per il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, dove si è da poco conclusa l’accurata pulitura.

Restyling innovativo

L’intervento ha permesso di applicare sullo straordinario reperto le più innovative tecnologie e metodiche di lavoro grazie all’utilizzo di una speciale apparecchiatura laser: la EOS 1000 LQS.  Prima del restauro, l’opera è stata interessata da una serie di analisi diagnostiche da parte di specialisti dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR di Firenze.

Dettagli “estetici” formidabili

Grazie agli interventi è possibile ora ammirare le superfici del volto e della splendida e dettagliatissima capigliatura liberata dalle incrostazioni calcaree che impedivano di apprezzare la precisa volumetria della testa e la qualità del marmo.

Riportata alla bellezza originaria

E’ stata anche eliminata la velatura di colore rosso che caratterizzava il viso, poiché si trattava in realtà di vernici moderne e non di un pigmento antico, che era stato interpretato come una coloritura intenzionale data per ragioni rituali o cultuali.

Ecco dunque com’era

Così ripulita e libera da colori e asperità che non le appartenevano, la “Testa Lorenzini” può oggi essere per la prima volta  apprezzata e valutata nelle sue forme piene e levigate, nelle sue intenzionali asimmetrie, sicuramente dovute alla valutazione del punto di vista dal quale la statua di culto doveva essere osservata nella mistica e suggestiva atmosfera del tempio che la ospitava in una qualche area sacra dell’antica Velathri (Volterra).

Al termine del restauro la sofisticata apparecchiatura laser è stata donata dalla EL.EN Group, un’azienda italiana leader nel settore optoelettronico, al Museo Archeologico di Firenze.