Selinunte e la necropoli Manicalunga-Timpone Nero Dentro lo scavo

Selinunte e la necropoli Manicalunga-Timpone Nero

Archeologia Viva n. 159 – maggio/giugno 2013
pp. 64-69

di Rossella Giglio, Ferdinando Lentini, Giovanni Miceli, Andrea Pandolfi

In terra di Sicilia a Triscina di Selinunte grazie all’intervento della Fondazione Kepha onlus si scava nel sito di una delle necropoli della città greca distrutta dai Cartaginesi

Costruita su una collina delimitata da due fiumi (il Modione, antico Selínos, a ovest e il Cottone a est), sulla costa sud-occidentale della Sicilia, Selinunte era circondata dalle sue necropoli.

La dislocazione di queste, tra l’area propriamente urbana e la chora (il territorio controllato dalla città), testimonia un livello assai evoluto di pianificazione urbanistica.

La più settentrionale delle aree funerarie è la grande necropoli monumentale di contrada Galera Bagliazzo, attiva almeno dalla fine del VII sec. a.C.

A nordest si trova invece la necropoli di contrada Buffa, mentre, sul fianco occidentale della città, si affaccia sul corso del Selínos la vasta necropoli di Manicalunga-Timpone Nero. In contrada Gaggera è attestata una fase arcaica (prima metà VI sec. a.C.) seguita da una fase di V sec. a.C. che si conclude con la distruzione di Selinunte nel 409 a.C. a opera dei Cartaginesi.

Come per le altre necropoli selinuntine vi sono testimonianze sia d’inumazione (in tombe a fossa, sarcofagi ed enchytrismoi, cioè anfore riusate per i piccoli defunti) sia di cremazione.

La vicinanza della necropoli ai santuari ctonî (dedicati alle divinità della terra) è stata intesa come segno di distinzione di chi vi veniva sepolto. […]