Pompei. I colori ritrovati Sotto il Vesuvio

Pompei. I colori ritrovati

Archeologia Viva n. 159 – maggio/giugno 2013
pp. 54-62

di Riccardo Helg, Daniela Scagliarini e Antonella Coralini

Le opere di un pittore dell’Ottocento raccontano di una Pompei oggi in gran parte perduta…

Si chiamava Luigi Bazzani e i suoi acquerelli conservati in importanti musei vengono ora proposti in una bella mostra che è un vero e proprio viaggio nella città vesuviana di oltre un secolo fa

La possibilità di osservare nella loro completezza gli affreschi che ricoprivano le pareti di edifici pubblici e privati è, ancora oggi, uno degli elementi che rendono unica la visita all’antica Pompei.

Il caleidoscopio di colori e fantasiose decorazioni, emerso intatto fra Sette e Ottocento dalla spessa coltre di lapillo e ceneri vulcaniche, è però sottoposto all’inevitabile degrado determinato dall’esposizione alla luce e agli agenti atmosferici.

Già nel corso del XIX secolo ci si rendeva conto di questa perdita irreparabile, stolidamente compensata da nuovi scavi, e gli stessi scavatori incaricavano pittori per riprodurre forme e colori che si sapevano destinati alla scomparsa.

Tra i numerosi artisti attivi a Pompei nella seconda metà dell’Ottocento, Luigi Bazzani (1836-1927) occupa un posto di primo piano per l’eccezionale maestria nel riprodurre spazi e decorazioni fin nel minimo dettaglio.

Gli oltre duecentocinquanta acquerelli raccolti e studiati nell’ambito del programma “Vesuviana” dell’Università di Bologna sorprendono per la precisione, stimolata dal confronto con la nascente tecnica fotografica, e rappresentano un documento utilissimo per ricostruire ciò che il tempo e l’incuria hanno cancellato.

La straordinaria vicenda artistica di Bazzani a Pompei, durata un quarantennio, ebbe origine a metà degli anni Settanta del secolo e, inizialmente, con finalità diverse da quelle della documentazione.

All’epoca, infatti, stava ottenendo grande successo un genere di pittura storica (oggi definito “neopompeiano”), che prendeva spunto dall’archeologia e in particolare dai siti vesuviani per scene di vita ambientate nell’antichità.

Come Lawrence Alma-Tadema, massimo esponente del genere, anche Bazzani giunse a Pompei per documentarsi e raccogliere materiali e suggestioni.

I primi lavori – generalmente di piccole dimensioni e di esecuzione rapida – possono essere considerati “appunti pittorici”, che l’artista assemblava e popolava di personaggi nel successivo lavoro in studio. […]