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Vasca di Noceto: un Museo tutto per sé

8 luglio 2021


Ritrovamento eccezionale

Il 1 ottobre 2021 verrà finalmente inaugurato il Museo della Vasca votiva di Noceto in provincia di Parma.
La Vasca, rinvenuta nel 2004,  rappresenta per dimensioni, caratteristiche, significato e grado di conservazione un unicum a livello europeo, tale da innovare profondamente le conoscenze scientifiche sull’età del Bronzo. Si tratta infatti di un monumento senza confronti fra le strutture lignee datate a questo periodo.

Finalmente visibile al pubblico

Con l’apertura del museo si compie l’atto finale di un cammino durato, tra scavo, restauro e ricostruzione, oltre 15 anni.

La Vasca di Noceto nella ricostruzione grafica che presenta il progetto di musealizzazione 

Ecco a voi la Pianura Padana 3500 anni fa

Oltre alla Vasca votiva nel museo sarà  esposto un numero sorprendente di oggetti caratteristici della cultura terramaricola che caratterizzava, circa 3500 anni fa, quasi tutta la Pianura Padana e la cui storia viene raccontata attraverso testi, immagini, ricostruzioni, video e dispositivi interattivi.

Un po’ di storia…

L’importanza del ritrovamento della Vasca votiva di Noceto è apparsa evidente fin dal primo sopralluogo e ben presto lo scavo ha rivelato trattarsi addirittura di un monumento unico, per complessità strutturale, grado di conservazione, significato, mole di reperti e di dati contenuti, nell’ambito dell’intera età del Bronzo europea.

La struttura lignea è stata realizzata entro un’ampia cavità scavata nel terreno: le pareti di terra erano rivestite con lunghe assi parzialmente sovrapposte le une alle altre; 24 pali verticali garantivano la tenuta delle assi verso l’interno; i pali erano a loro volta rinforzati con due reticoli regolari di travi, uno posto alla base e uno alla sommità della struttura.

Decine di vasi e… cinque aratri

Appena completata, la Vasca è stata riempita d’acqua e al suo interno, nel corso del tempo, sono stati intenzionalmente deposti decine e decine di vasi, centinaia di manufatti in legno (tra cui cinque aratri), decine di oggetti in terracotta, in fibra, ossa animali (tra cui diverse corna e parti di crani), rami e ciottoli.

La vasca di Noceto era dunque un bacino d’acqua artificiale, in cui oggetti, dello stesso tipo di quelli usati negli abitati, venivano appositamente deposti quali offerte rituali. All’inizio del XIII sec. a.C. era ormai prosciugata, ma il terreno argilloso e impermeabile della collina in cui era scavata l’ha conservata intatta fino ai nostri giorni. Per garantirne la conservazione è stato necessario asportarla e sottoporla (così come i reperti) a un lungo trattamento conservativo, che ha permesso di musealizzarla.
Oltre al Comune di Noceto, per la nascita del Museo sono stati coinvolti direttamente il Ministero della Cultura nonché l’Università degli Studi di Milano con il Dipartimento di Scienze della Terra “A. Desio”. Fondamentali sono stati anche gli ulteriori finanziamenti che l’Amministrazione Comunale ha ottenuto da parte della Regione Emilia-Romagna e della Fondazione Cariparma.