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Oplontis: apre (per la prima volta) la Villa B

14 luglio 2021


Nuova prospettiva

Finalmente e per la prima volta in assoluto apre al pubblico la cosiddetta Villa B di Oplontis, nota anche come “Villa di Lucius Crassius Tertius”. Grazie a un’operazione sinergica tra  Parco Archeologico di Pompei e  Comune di Torre Annunziatada, ogni venerdì pomeriggio di luglio e agosto, la Villa è accessibile al piano terra, da dove è possibile ammirare l’intero complesso architettonico.

Una “fabbrica – dormitorio” di qualità

In base ai materiali rinvenuti e alla funzione degli ambienti è probabile che si trattasse, più che di una villa, di un’azienda dedita alla lavorazione di prodotti agricoli e all’imbottigliamento e commercio del vino. Al piano superiore sorgeva invece un quartiere residenziale. All’interno del complesso, che risale alla fine del II sec. a.C., è stato rinvenuto un anello sigillo di Lucius Crassius Tertius, probabilmente il proprietario dell’edificio.

Il nucleo centrale della struttura è costituito da un porticato a due ordini di colonne doriche in tufo grigio di Nocera, intorno al quale si dispongono diversi ambienti di servizio e a uso produttivo. Sul lato nord si estende una serie di abitazioni su due livelli, separate da una strada in terra battuta.

I primissimi scavi

Nel periodo tra il 1984 e il 1991, gli scavi della cosiddetta Villa B di Oplontis si concentrarono nell’area orientata verso sud, dove si trovavano otto ambienti voltati affacciati su un portico colonnato, all’epoca rivolto verso il mare, di cui rimane visibile soltanto un breve tratto. I materiali scoperti al loro interno, contenitori di vario tipo e dimensione, suppellettili con resti organici, pesi in marmo e terracotta, attrezzi e oggetti in metallo, oltre a una grande quantità di melograni inframezzati da strati di fieno, documentano che questi ambienti erano rimasti in uso come magazzini e luoghi di deposito fino al momento dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.

Uno di essi, l’ambiente 10, diventò la tomba di un gruppo di persone le quali, nel tentativo di sfuggire all’eruzione, cercarono riparo al suo interno. Alcuni degli individui avevano con sé oggetti preziosi quali gioielli, ornamenti in osso e avorio, monete d’oro e d’argento, suppellettili in bronzo. La maggior parte di questi reperti fu trovata accanto ai corpi o, in alcuni casi,  direttamente addosso al proprietario.

«Il Parco archeologico di Pompei – dichiara il direttore Gabriel Zuchtriegel – sta mettendo in atto una serie di azioni al fine di ampliare il più possibile l’offerta di visita in tutti i siti, con aperture straordinarie e visite serali. Il sito di Oplontis, come gli altri siti periferici, merita una grande attenzione».


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