La barca sublime: un Bucintoro per i Savoia Monumenti sull'acqua

La barca sublime: un Bucintoro per i Savoia

Archeologia Viva n. 158 – marzo/aprile 2013
pp. 58-65

di Luigi Griva

Sull’esempio prestigioso del Bucintoro dei dogi veneziani anche i Savoia vollero la loro sfarzosa barca di rappresentanza da esibire lungo le rive del grande Po

Ora la storica imbarcazione è esposta alla Venaria Reale di Torino al termine di un impegnativo restauro

La Reggia di Venaria ha festeggiato l’ingresso tra le proprie collezioni della peota di Carlo Emanuele III di Sardegna, una barca lusoria del 1731, miracolosamente sopravvissuta e riportata allo splendore originale dal complesso restauro presso il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”.

La mostra di presentazione ha un titolo bello e significativo: “La barca sublime. Palcoscenico regale sull’acqua“. Il “bucintoro” torinese è un reperto navale molto singolare.

È l’unica imbarcazione di lusso e rappresentanza costruita in ambito veneziano tuttora esistente, ed è quasi coeva all’ultimo Bucintoro dei Dogi, progettato da Antonio Corradini su uno scafo di galea, e varato nel 1729, di cui si conservano le immagini nei dipinti di Canaletto, Marieschi, Bella, ma soltanto qualche frammento materiale.

Più piccolo di quello veneziano (poco meno di 16 metri contro i 55 di quello dogale), il bucintoro dei Savoia venne invece realizzato su uno scafo di peota, un’imbarcazione “povera”, robusta e capiente, adatta ai trasporti nella navigazione di laguna, con propulsione mista: a remi e con supporto di una vela.

Di contro, il celebre scafo dei dogi affidato al Corradini era dotato di cento remi, ma in realtà era mosso a traino nelle ricorrenze più impegnative, quali le feste della Sensa (l’Ascensione), il Redentore e lo Sposalizio del mare da parte del nuovo Doge. […]