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Taranto e Vetulonia mai così vicine

26 luglio 2021


Storia in tre atti

Fino al 9 gennaio 2022 il Museo Archeologico Nazionale di Taranto ospita il secondo dei tre atti del progetto scientifico-culturale “Taras e Vatl” a cura di Eva Degl’Innocenti (direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto) e Simona Rafanelli (direttrice del Museo Civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia).

Il progetto è articolato in due mostre, di cui una al Museo Civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia, “Taras e Vatl. Dei del mare, fondatori di città. Archeologia di Taranto a Vetulonia”, e l’altra appunto al Museo Archeologico Nazionale di Taranto dal titolo “Taras e Vatl. Protagonisti del Mediterraneo a confronto. Archeologia di Vetulonia a Taranto”.

Il “cerchio” si chiude sempre al MArTA con il convegno internazionale sui temi delle Mostre in programma dal 17 al 19 novembre 2021.

L’esposizione pugliese narra, attraverso la ricostruzione in scala 1:1 del tumulo etrusco di Poggio Pelliccia e quella della tomba tarantina del fanciullo, il dialogo tra mondo etrusco e magno greco e il loro legame con i centri commerciali più importanti del Mediterraneo (Egeo, Asia Minore).

Una lingua universale

Al centro del progetto scientifico-culturale stanno due “giganti” dell’Italia antica: la colonia spartana di Taras -Taranto e la famosa città della Dodecapoli etrusca Vatl-Vetulonia.
Immagini e oggetti divengono in questo modo veicoli di valori e messaggi che l’arte traghetta per mare rivestendoli di significati che parlavano una lingua chiara a queste due culture, segnate da profonde affinità anche nelle manifestazioni dell’artigianato artistico, fra le quali spicca una produzione orafa assolutamente straordinaria, in parte oggetto della mostra tarantina.

Stupore e conoscenza

L’allestimento è nato dalla visione scientifico-culturale della direttrice del MArTA Eva Degl’Innocenti di poter coniugare il rigore scientifico con la spettacolarità della ricostruzione realizzata con l’arte della cartapesta di tradizione pugliese, lavorando con le eccellenze del territorio.

Tra i reperti in esposizione da segnalare alcune fibule in oro con teoria di cavalieri, appliques in bronzo raffiguranti leoni, provenienti dal tumulo di Poggio Pelliccia, una parure in oro proveniente dall’area di necropoli di Ruvo di Puglia, corredi funebri della tomba di un fanciullo e un leoncino in faïence da una sepoltura.

L’ingresso alla mostra è incluso nel biglietto di accesso al Museo Archeologico Nazionale di Taranto.
Info e prenotazioni su www.shopmuseomarta.it