Naufragio a Marausa Archeologia subacquea

Archeologia Viva n. 209 – settembre/ottobre 2021
pp. 50-55

di Stefano Zangara

La storia di un antico affondamento sulla cuspide occidentale della Sicilia e quella di un relitto navale fra i più integri restituitici dal Mediterraneo

Una vicenda archeologica arrivata a buon fine dallo scavo subacqueo al suo restauro e all’esposizione in un prestigioso museo

Era l’estate 1999 quando Antonio Di Bono e Dario D’Amico, due appassionati subacquei, segnalarono le tracce di un’imbarcazione a Sebastiano Tusa (1952-2019), l’archeologo che di lì a qualche anno avrebbe fondato in Sicilia la Soprintendenza del Mare. Sotto uno spesso strato di sedimento si intravedevano dei legni antichi.

Una nave, con parte del carico, era stata rinvenuta sui fondali della località balneare di Marausa, sulla costa fra Trapani e Marsala. Le strutture navali affioravano alla base di una spessa stratificazione fangosa, resa compatta dalle intricate radici della posidonia cresciuta sopra. Frammenti di materiale ceramico furono individuati anche nei vicini banchi sabbiosi rimessi in luce dalle mareggiate.

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