L’Augusto di Centuripe. Capitolo tre: il ritorno Romani in Sicilia

Archeologia Viva n. 209 – settembre/ottobre 2021
pp 40-49

di Giacomo Biondi, Salvatore La spina, Gioconda Lamagna, Osvaldo Risiglione e Carlo Staffile

Quello che è considerato uno dei ritratti più belli del primo imperatore ritorna a casa dopo oltre ottant’anni dalla casuale scoperta grazie a una inedita collaborazione fra le amministrazioni interessate

Ecco la storia in parte rocambolesca di un capolavoro che ora finalmente tutti possono ammirare

Il 30 aprile 1938, nel pieno delle celebrazioni del Bimillenario augusteo, a Centuripe, grosso centro agricolo dell’entroterra di Catania, uno degli operai intenti a scavare per la fondazione di uno dei quattro piloni destinati a sorreggere un tratto di strada su arcate fuggì atterrito alla vista di un volto cereo, rigido, che affiorò dal terreno e che sul momento venne scambiato per un cadavere.

Fu in questo modo che, dopo secoli, il primo imperatore romano (dal 27 a.C. al 14 d.C.) tornò di scena in Sicilia con uno dei suoi più raffinati ritratti marmorei.

L’opera emerse, tra l’altro, proprio in quella città che lo stesso Ottaviano quasi duemila anni prima aveva in qualche modo aiutato, forse dotandola di nuovi edifici, assieme a Siracusa e a Catania, per ricambiare l’aiuto offertogli durante la campagna contro Sesto Pompeo in Sicilia (39-36 a.C.).

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