Patrimonio subacqueo: vent’anni di Convenzione Spazio Aperto

Archeologia Viva n. 209 – settembre/ottobre 2021
p. 2

di Alessandro Asta e Luigi Fozzati

Il 2 novembre sono vent’anni della Convenzione per la tutela del patrimonio culturale subacqueo (2001) recepita dalla Conferenza generale Unesco.

A tale traguardo si arrivò dopo resistenze, proteste “sommerse” e freni di chi considerava l’archeologia subacquea un ostacolo ad attività economiche nelle acque di tutto il mondo. La precedente Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) era stata approvata quasi vent’anni prima (1982).

L’Italia ha giocato un ruolo propulsivo, in virtù non solo del contributo dato alla moderna archeologia subacquea ma anche sulla base dell’urgenza di limitare i rischi di distruzione del proprio patrimonio sommerso, rischi in aumento esponenziale proprio per gli interessi gravitanti sugli spazi marini.

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