23 settembre 2021
Come una fenice
C’era una volta, anzi due, il Museo nazionale d’Abruzzo.
Colpito e non abbattuto (del tutto) dal tragico sisma del 6 aprile 2009 quello che fino ad allora era stato il principale museo della regione fu infatti costretto a chiudere.
La fortezza spagnola dell’Aquila, uno degli esempi più grandiosi e meglio conservati di architettura militare cinquecentesca, non aveva retto alle violente scosse: gravemente danneggiata, è tutt’ora oggetto di un complesso intervento di restauro.
Fortezza cinquecentesca. La sede originaria del Museo Nazionale d’Abruzzo tutt’ora in restauro dopo il sisma del 2009
La seconda vita
La rinascita del Museo ha avuto inizio il 19 dicembre 2015, con la riapertura nel complesso architettonico dell’ex mattatoio comunale dell’Aquila, in Borgo Rivera, di fronte alla celebre Fontana delle Novantanove Cannelle. Nella nuova sede provvisoria, dopo un accorto intervento di riparazione e ristrutturazione, eseguito tra il 2010 e il 2015, ha trovato posto, protetta da avanzati presidi antisismici, una selezione di una sessantina di reperti archeologici e 112 tra dipinti, sculture e oreficerie, dal Medioevo all’età Moderna. Si tratta di capolavori che testimoniano l’identità, la storia e la vitalità della cultura dell’intera regione, alcuni dei quali recuperati tra le macerie del sisma e restituiti a nuova vita grazie a complessi interventi di restauro.
L’ex mattatoio dell’Aquila sede provvisoria del Museo Nazionale d’Abruzzo
23 settembre 1951- 23 settembre 2021
Il Museo Nazionale d’Abruzzo fu inaugurato il 23 settembre 1951 nel Castello Cinquecentesco dell’Aquila, da poco restaurato dai danni dell’occupazione nazista. Oggi a 70 anni esatti il Ministro della Cultura Dario Franceschini ne ha dichiarato l’autonomia proseguendo il sogno di Luigi Einaudi e del soprintendente Umberto Chierici (nella foto) al momento della fondazione.
Proprio quel 23 settembre del 1951 sessantamila concittadini con Luigi Einaudi, insieme a Giovanni Leone e Antonio Segni, futuri presidenti della Repubblica, inaugurarono all’Aquila il Museo Nazionale d’Abruzzo nella sede della maestosa cittadella d’armi del Castello cinquecentesco, trasformato da forte militare in città – luogo dell’incontro e dell’unità delle arti, delle scienze e della cultura abruzzese.
Nel 1958 il bastione est della fortezza accolse lo scheletro fossile di Mammuthus meridionalis rinvenuto qualche anno prima nella conca aquilana.
Nel 1966 vi pervennero anche “in deposito provvisorio a tempo indeterminato” le opere del Museo Diocesano d’Arte Sacra, isituito nel 1935. La chiesa aquilana si era del resto già resa benemerita nei confronti dei tesori d’arte della città, curandone, durante i mesi più tragici della guerra, il trasferimento precauzionale nei depositi vaticani, al riparo da bombardamenti e depredazioni. Una selezione delle raccolte del Museo, che il terremoto del 6 aprile 2009 ha drammaticamente estromesso dalla sua sede storica, è oggi ospitata nel complesso dell’ex mattatoio comunale dell’Aquila, costruito negli anni 1881-1883 e dismesso nel 1990.
Il ritorno in fortezza e l’osservatorio permanente
«Con il 23 settembre 2021 – commenta la direttrice del MuNDA Maria Grazia Filetici – il Museo Nazionale d’Abruzzo si costituisce di nuovo come punto di aggregazione e osservatorio permanente del patrimonio storico artistico abruzzese e non solo. Si apre l’anno del ritorno al Castello cinquecentesco, sua sede storica e naturale iniziando il nuovo viaggio contemporaneo del ritorno e dell’inclusione. La poderosa fortezza saldamente protetta a guardia dei territori vogliamo che sia oggi un punto di vista strategico e privilegiato per il Museo Nazionale d’Abruzzo. Qui avrà sede l’osservatorio permanente che accoglierà laboratori di ricerca e sperimentazione grazie ai quali il ciclo diagnostico, conoscitivo, analitico e conservativo di ogni opera sarà alla base del museo – laboratorio».