Vietato fotografare! BBCC fra teocrazia e diritto Vulpis in fundo

Archeologia Viva n. 210 – novembre/dicembre 2021
p. 80

di Giuliano Volpe

Le norme che limitano la possibilità di usare liberamente le immagini dei beni culturali arrecano di fatto un grave danno alla conoscenza e alla promozione di un patrimonio che prima di tutto appartiene ai cittadini

Fino al 2014 fotografare nei musei era proibito. Solo dal 2017 la libertà di foto è stata estesa ad archivi e biblioteche. Ma, dopo questa prima fase riformistica del ministro Franceschini, sotto la pressione degli apparati più conservatori del MiC anche quella riforma è rimasta monca.

Sono convinto che la sua evoluzione naturale sia la completa liberalizzazione dell’uso (anche commerciale) delle immagini, cambiando una norma del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (art. 108), concepita in un mondo lontano dalla rivoluzione digitale. Il Codice ha, infatti, messo sullo stesso piano fotografia e “noleggio” di un bene.

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