Archeologia Viva n. 210 – novembre/dicembre 2021
pp. 74-76
di Chiara Frugoni
Prima di tutto la fame ma anche le calamità naturali e le tante pandemie che scossero i cosiddetti “secoli bui” furono spesso associate a cattivi presagi o punizioni divine mentre nessun timore si ebbe per l’arrivo dell’Anno Mille… checché ne dicesse Carducci
Molto spesso nella società medievale l’origine degli eventi naturali era ignota: suscitavano sconcerto e paura, interpretati come presagi di sciagure. Ad esempio la comparsa di una cometa, oppure un fulmine, descritto come un drago o un gigantesco serpente. Nelle cronache troviamo scritto che dal cielo pioveva sangue: nessuno poteva immaginare che fosse la sabbia rossa del Sahara portata dal vento.
Il mare nascondeva mostri. Ce n’era uno grande come un’isola che ogni tanto affiorava confondendo i marinai che sbarcavano sul suo dorso: appena avevano acceso il fuoco per scaldarsi e mangiare, il mostro, sentendosi scottare, s’inabissava travolgendo i malcapitati.