Gli uomini del Circeo. Nella grotta dei Neanderthal (e delle iene…) Preistoria europea

Archeologia Viva n. 210 – novembre/dicembre 2021
pp. 54-67

di Mauro Rubini,Francesco Di Mario, Mario RolfoIvana Fiore;
a cura di Mauro Rubini

I nuovi ritrovamenti di Grotta Guattari sono fondamentali per lo studio dei Neanderthal e del loro comportamento: i reperti fossili di ben nove individui portano a dodici il numero di neandertaliani documentati nel famoso antro della costa laziale

Grotta Guattari si conferma così come uno dei luoghi più significativi per la storia della specie che in Eurasia precedette
l’uomo anatomicamente moderno

Sembrerà paradossale, ma questa fantastica avventura nel mondo dei Neanderthal al Monte Circeo iniziò parallelamente a un viaggio di nozze: quello del barone Alberto Carlo Blanc (1906-1960), nativo di Chambéry e docente di Paletnologia a Roma. Era un freddo 24 febbraio 1939 e nel piccolo paese di pescatori di San Felice le attività procedevano nella tranquilla lentezza invernale, dedite soprattutto ai piccoli lavori di manutenzione.

Ma quel giorno avvenne qualcosa che avrebbe cambiato la fama del promontorio e soprattutto aperto alla nostra conoscenza l’inimmaginabile scenario umano di un passato remoto. Alcuni manovali che lavoravano per un antiquario romano trasferitosi a San Felice, Alessandro Guattari, nel cavare pietrame dalla falesia costiera vicina alla vigna padronale, intercettarono un cunicolo che entrava nella montagna.

Informato dall’operaio Vincenzo Ceci, il signor Guattari entrò per un sopralluogo, ma armato di sole candele poté vedere ben poco. Pensò bene di tornare con un elettricista, Damiano Bevilacqua, che questa volta con lampade adeguate riuscì a illuminare l’ambiente.

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