Gli Aztechi e Cortés. Mito (inventato) di una conquista I 500 anni del Messico

Archeologia Viva n. 210 – novembre/dicembre 2021
pp. 28-39

di Antonio Aimi

Secondo le fonti scritte sia spagnole che indigene la devoluzione dell’impero azteco alla Spagna fu semplicemente un atto dovuto alla messianica attesa di un sovrano divinizzato che da Oriente sarebbe tornato a dominare sui Mexica

Ma da questa storia “troppo” condivisa da vincitori e vinti emergono incongruenze che spingono a riesaminare l’intera incredibile vicenda che come sappiamo si concluse con la conquista di Tenochtitlan il 13 agosto 1521

Agli Aztechi si deve la costruzione dello Stato più importante dell’antica Mesoamerica, l’area archeologico-culturale che andava dalle regioni semidesertiche del Messico centro-settentrionale alle foreste pluviali dell’Honduras e della Costa Rica. Cuore dell’impero era la Valle del Messico e il cuore della Valle del Messico era Tenochtitlan, “Il Luogo del Fico d’India sulla Pietra”, una specie di Venezia tropicale, a circa 2.200 metri di quota, su un’isola del lago di Texcoco.

Tenochtitlan, in realtà, era divisa in due città gemelle: Tenochtitlan vera e propria e Tlatelolco, le quali pur avendo popolazioni e storie intrecciate mantenevano identità diverse. Gli abitanti della seconda si autodefinivano Tlatelolca, mentre quelli della prima Tenochca o Mexica, anche se quest’ultimo termine poteva riferirsi genericamente al complesso degli abitanti delle due città.

Il termine azteco, pur non essendo quasi mai usato dai Mexica, è corretto se riferito al complesso di popolazioni di lingua e cultura nahuatl della Valle del Messico, che agli inizi del XVI secolo facevano parte dell’impero dei Mexica.

Continua a leggere sulla rivista