Il tesoro di Sovana Numismatica

Il tesoro di Sovana

Archeologia Viva n. 156 – novembre/dicembre 2012
pp. 14-21

a cura di Massimo De Benetti

Straordinaria scoperta in uno dei centri monumentali più celebri della Toscana meridionale

Sotto il pavimento della chiesa di San Mamiliano sono state rinvenute centinaia di monete d’oro messe in salvo mentre l’Impero d’Occidente crollava e ora di nuovo visibili nell’apposito museo appena inaugurato…

Novembre 2004: da alcuni anni gli archeologi scavano all’interno della chiesa di San Mamiliano, un edificio di XII secolo (sconsacrato alla fine del XVIII) che si affaccia sulla piazza principale del centro di Sovana, in provincia di Grosseto.

Siamo vicini a Pitigliano e a Sorano (in questo comune rientra il centro di Sovana), in una zona nota per le numerose necropoli etrusche ricavate nel tufo e per la bellezza dei paesi medievali realizzati con lo stesso materiale.

Gli scavi, condotti dalla Soprintendenza per i Beni archeologici della Toscana, hanno indagato un complesso di sepolture rinascimentali situate sotto il pavimento della chiesa, che ha restituito pochi materiali di corredo (medagliette, anelli, crocifissi e parti di rosari).

Al di sotto alcuni saggi hanno poi individuato resti di un edificio termale di età romana. Ma, approfondendo ancora lo scavo, con grande sorpresa è comparso un contenitore in ceramica: il luccichio tra la terra che lo ricopriva non lasciava dubbi sul contenuto. Monete d’oro. Il vaso viene raccolto e trasferito in laboratorio.

Lentamente, una per una, le monete vengono estratte dalla terra e adagiate sul tavolo. Non finiscono mai…

Ora tutto quell’oro è tornato a Sovana, esposto al pubblico. È fortuna di pochi recuperare un tesoro così rispondente all’immaginario popolare, ma oggi questa emozione può essere in parte rivissuta visitando il nuovo museo inaugurato proprio nella ex chiesa di San Mamiliano, con i video dello scavo in laboratorio e la ricostruzione del tesoro all’interno del contenitore originario.

Il ritrovamento è eccezionale sotto molti aspetti. Al di là del valore intrinseco (si tratta di due chilogrammi e duecento di metallo prezioso) è straordinario il fatto che il recupero sia avvenuto in uno scavo controllato, che ha permesso di acquisire tutte le informazioni relative al contesto e garantire l’integrità della scoperta.

Un ripostiglio di monete è come una cassetta di sicurezza: quando giunge intatto fino a noi permette di formulare ipotesi sulla sua presenza in un determinato luogo, sugli eventi che ne provocarono l’occultamento e il mancato recupero, sul tipo di moneta circolante all’epoca, sui mercati serviti dalle varie zecche… […]