Hic sunt leones. La fortezza di Ksar Ghilane Futuro del passato

Archeologia Viva n. 211 – gennaio/febbraio 2022
pp. 72-76

di Silvio Moreno e Umberto Pappalardo    

Il caso tunisino di un suggestivo sito archeologico lungo l’antica linea africana del Limes documenta la presenza romana ai bordi del deserto ed è simbolo di un patrimonio
che per migliaia di chilometri corre fra la Cirenaica e l’Atlantico

In tutte le civiltà antiche – parrebbe esclusa quella minoica, a Creta, dove non sono state trovate cinte fortificate – i confini erano ben guardati per proteggere regni e imperi dalle invasioni. A questo serviva anche il Limes romano, il confine più lungo e famoso, che sotto gli imperatori della dinastia antonina, nel II sec. d.C., arrivò a estendersi per cinquemila chilometri, dalla costa atlantica della Britannia al mar Nero, proseguendo fino al mar Rosso e all’Africa del Nord, per poi richiudersi sull’Atlantico. Un immenso sistema difensivo che, oltre a sfruttare le barriere naturali, comprendeva fossati, terrapieni, accampamenti, fortezze e torri di controllo. A partire dal 1987 alcuni tratti e manufatti del Limes sono entrati nella Lista UNESCO.

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