Un elmo… “per due teste”? L’iscrizione racconta… A proposito di...

Archeologia Viva n. 211 – gennaio/febbraio 2022
pp. 62-65

di Valentino Nizzo

Chi si celava sotto l’elmo del IV sec. a.C. rinvenuto nel lontano 1931 in una tomba di Vulci e custodito in una vetrina del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia?

La risposta è stata sempre lì… ma solo adesso la conosciamo grazie allo studio di cui vi diamo notizia (in anteprima)

Per oltre novant’anni nascosta. Sotto gli occhi di tutti. È un’iscrizione etrusca incisa a freddo sulla parte interna del paranuca di un elmo italico a calotta con gola e dischetti di bronzo fuso per la protezione dei lobi auricolari, riferibile – per gli esperti – al “tipo A” della classificazione di H. Pflug (1988) e al “tipo III” della serie “etrusco-tracia” di J. M. Paddock (1993).

La scoperta a Vulci. Era il 2 giugno 1931 quando la piccola camera (n. 55) che lo custodiva da quasi 2400 anni tornò alla luce, ben allineata con altre simili nella necropoli etrusca “dell’Osteria”.

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