Luigi Pirandello: l’uomo e l’antica Agrigento Personaggi

Luigi Pirandello: l’uomo e l’antica Agrigento

Archeologia Viva n. 155 – settembre/ottobre 2012
pp. 70-73

di Sebastiano Tusa

L’intenso rapporto fra il drammaturgo e la realtà archeologica della sua città natale

fu improntato all’insanabile dualismo fra un passato rivissuto idealmente al di fuori della dimensione scientifica della ricerca e il misero presente di quella che era stata una delle metropoli più belle del mondo greco

Il forte messaggio della classicità non poteva non colpire il sensibile ingegno di Luigi Pirandello (Girgenti 1867 – Roma 1936) attraverso l’originale lettura e il profondo ascolto dei «sublimi avanzi» agrigentini, agevolato dai fervidi studi e le interessanti scoperte che in quel periodo si andavano accumulando.

Tra l’Unità d’Italia e gli anni della seconda guerra mondiale eruditi locali e studiosi italiani e stranieri si appassionarono alle antichità akragantine animando un vivace dibattito.

Tra tali studiosi che interagirono con Pirandello ricordiamo Giuseppe Picone che diede un contributo non indifferente alla conoscenza di Agrigento classica, tanto da essere accolto nelle più importanti accademie.

A lui si deve l’accorata battaglia per l’istituzione del Museo di Agrigento, di cui lo stesso Picone diventò il primo direttore nel 1864, evitando alle antichità agrigentine di emigrare a Palermo.

Sempre Picone, insieme ad altri illustri personaggi dell’epoca, come Gabriele Dara, Giuseppe Cognata e Bartolomeo Lagumina, fece parte della Commissione per la conservazione e il restauro degli antichi monumenti di Agrigento, istituita dal Regio Ministero.

In seguito, tra le due guerre mondiali, nell’ambito della ricerca istituzionale emerge la figura di Pirro Marconi, che possiamo definire il più attento ricercatore e divulgatore delle antichità akragantine.

Questi, sotto la guida di Paolo Orsi, allora unico Soprintendente alle Antichità della Sicilia, effettuò numerosi scavi, che rinnovò nella carica di ispettore alle antichità con la responsabilità della direzione del Museo di Palermo e del coordinamento delle ricerche nelle tre provincie occidentali della Sicilia (Palermo, Trapani e Agrigento), aiutato dal mecenate Halexander Hardcastle, un inglese che, giunto ad Agrigento nel 1921 dopo aver servito nell’esercito coloniale, se ne innamorò a tal punto da stabilire a Villa Aurea la sua residenza. […]