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Tarquinia: sorprese dal terreno

26 gennaio 2022


Una statuetta in terracotta con l’immagine di una donna piangente, vasi incisi, brocche decorate da raffinati dipinti.
I tutto scoperto “per caso” a Tarquinia (VT) grazie a una campagna di scavi resa necessaria per la messa in sicurezza di un terreno.

La Tomba Gemina oggetto della recente scoperta si trova nelle vicinanze delle più celebri tombe degli Auguri e dei Tori nella necropoli dei Monterozzi a Tarquinia (VT)


I dettagli della scoperta li racconta ad Archeologia Viva Daniele Federico Maras, funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e L’Etruria Meridionale.

Professor Maras in che cosa consiste il nucleo di questa scoperta a Tarquinia?
Il rinvenimento è straordinario e riguarda ben dieci tombe etrusche di cronologia compresa tra l’epoca villanoviana e l’età arcaica (VIII-V sec. a.C.), ritrovate nel cuore dell’area della necropoli dei Monterozzi, a poca distanza dalle famose tombe dei Tori e degli Auguri. La campagna di scavo che ha portato alla scoperta, si era resa necessaria in seguito a un intervento di aratura troppo approfondito che aveva fatto emergere alcune cavità sul terreno. Le indagini hanno dimostrato che si trattava di altrettante camere sepolcrali, in molti casi già crollate e danneggiate dall’ingiuria del tempo.

Tra tutte le tombe ce n’è una che spicca in particolare …
Si, una tomba è del tipo gemino, cioè costituita da due camere indipendenti affiancate, quasi identiche tra loro e aperte a sud-ovest su altrettanti vestiboli a cielo aperto, cui si accede tramite una ripida scaletta.a camera meridionale è praticamente integra e se ne conserva la copertura a fenditura, con una volta a ogiva scavata nella roccia, chiusa in alto da una serie di lastre di nenfro; nell’altra invece le lastre del soffitto erano crollate e la tomba è stata trovata piena di terra.

Planimetria delle due camere della Tomba Gemina

In entrambe le camere si trova un letto scolpito nel macco (pietra calcarea utilizzata per le costruzioni) che, in quella posta più a nord, è decorato da zampe a rilievo.

Letto scolpito lungo la parete sinistra della camera settentrionale della Tomba Gemina

Quali reperti sono tornati alla luce?
Il corredo della Tomba Gemina, scampato agli antichi profanatori, ha restituito centinaia di frammenti, al momento ancora in corso di ricomposizione, che hanno permesso di identificare circa un’ottantina di oggetti, perlopiù vasellame.

Oinochoe dipinta con decorazione etrusco-geometrica attribuita al Pittore delle Palme, secondo quarto del VII sec. a.C.

Si tratta di vasi di impasto lucidato a stecca, a volte con decorazioni incise o forme configurate; vasi di bucchero inciso; vasi dipinti di stile etrusco-geometrico, tra cui alcune brocche del Pittore delle Palme; alcune antiche coppe euboiche del tipo ‘a chevrons’; vari elementi di legno e ferro; i lacerti di una sottile lamina d’oro, evidentemente il residuo di un rivestimento prezioso.

Oinochoe dipinta con decorazione etrusco-geometrica lineare, secondo quarto del VII sec. a.C.

Chi vi era deposto?
Le camere gemelle probabilmente appartenevano ai membri di una stessa famiglia (forse due fratelli o un padre e un figlio) e quella più antica va invece attribuita al fondatore della tomba. Proprio in questa camera è stata ritrovata una statuetta di impasto scuro lucidato a stecca raffigurante una donna piangente (foto di apertura): un ritrovamento eccezionale, tra i più antichi del genere a Tarquinia, con aspetti stilistici geometrici paragonabili alle esperienze della pittura vascolare coeva greca ed etrusca.

Era dunque una tomba importante…
Si non a caso riproduce in forma ridotta l’aspetto di grandi tumuli monumentali come quelli del Re e della Regina e il Tumulo Santiloni, per rimanere nello stesso settore della necropoli di Tarquinia.

Resti del corredo ritrovato nella camera meridionale in corso di scavo della Tomba Gemina

La famiglia titolare ha mantenuto la sua fama per almeno due generazioni e la presenza insistente di pesci nelle decorazioni dei vasi, sia incise che dipinte, sembra alludere agli interessi marittimi dei titolari.

In futuro si potrà visitare?
Certamente. Non appena sarà completato il restauro, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale la aprirà al pubblico. Nel frattempo, sta proseguendo il lungo intervento di conservazione e studio sia dei corredi che dei resti umani raccolti nelle tombe.  Come ha commentato il Soprintendente Margherita Eichberg, «L’intervento in somma urgenza si è reso necessario per porre rimedio a un danno; ma ora, grazie all’impegno degli archeologi della Soprintendenza, l’emergenza è stata trasformata in un’opportunità di conoscenza e promozione culturale».

Materiali del corredo della camera meridionale in corso di restauro