Isole Aran: Irlanda fra Preistoria e Medioevo Nord Europa

Isole Aran: Irlanda fra Preistoria e Medioevo

Archeologia Viva n. 155 – settembre/ottobre 2012
pp. 22-29

di Alberto Pozzi

A poche miglia dalla costa occidentale irlandese tre piccoli lembi di terra sospesi sull’Atlantico

conservano straordinarie testimonianze di presenza umana a partire dalla colonizzazione dell’arcipelago avvenuta in età neolitica

È fin troppo facile capire perché le isole Aran possano richiamare i Giardini dell’Eden, come qualcuno li ha immaginati: qui i colori del tramonto sfumano in una perfezione quasi divina, il ritmo della vita è ancora lento e il silenzio ha un suono antico, ormai quasi dimenticato.

Sono tre “isole felici” nell’oceano, all’imbocco della baia di Galway, una decina di chilometri dalla costa dell’Irlanda: Inis Mór o Isola Grande (42 kmq) e le più piccole Inis Meáin (9 kmq) e Inis Oírr (8 kmq). Fin dall’antichità le Aran hanno offerto buone condizioni di vita a chi vi approdava, senz’altro anche grazie alle temperature che, intiepidite dalla Corrente del Golfo, sono decisamente favorevoli (nonostante l’umidità) e in inverno raramente scendono sotto lo zero.

Qui si parla ancora il gaelico, l’antica lingua celtica che oggi tende a essere valorizzata in tutta l’Irlanda come elemento di coesione nazionale.

Le Aran (Oileáin Á rann in gaelico) sono formate da rocce calcaree, in banchi compatti, lievemente inclinati verso nord-est, per cui sono favoriti gli approdi da settentrione, mentre la riva opposta, battuta dai marosi oceanici, è caratterizzata da alte e spettacolari falesie.

Oggi le bancate di roccia affiorano in buona parte della superficie insulare, ma durante la preistoria tutto il piccolo arcipelago era ricoperto da un fertile strato di humus e ammantato di boschi.

Inevitabilmente, per le necessità di sopravvivenza, nel corso dei millenni gli abitanti hanno eliminato le piante d’alto fusto lasciando pochi cespugli, non sufficienti per trattenere il suolo umico, che è stato progressivamente dilavato.

Tuttavia, diversamente da gran parte dell’Irlanda, sulle isole Aran non compare la torba (che si forma su un substrato siliceo, impermeabile, e produce un suolo acido, inadatto alla crescita dell’erba foraggera), per cui nelle parti più basse non mancano ottimi pascoli che consentono allevamenti bovini (poche le pecore, un bene poco remunerativo nelle attuali condizioni di mercato della lana). […]