Incontro con Maria Cristina Guidotti La voce della storia

Archeologia Viva n. 154 – luglio/agosto 2012
pp. 78-79

Intervista di Giulia e Piero Pruneti

«Tutto è cominciato con un “mal d’Egitto” a dodici anni»

«Siamo inesorabilmente attratti da questa cultura lontanissima e attuale»

«I miei preferiti? Amenofi III e la regina Hatshepsut: due pacifici costruttori di civiltà»

«Il Museo Egizio di Firenze ha ereditato i reperti di una delle più importanti spedizioni scientifiche del passato nella terra del Nilo»

Incontriamo Maria Cristina Guidotti nel suo ufficio nel palazzo della Crocetta a Firenze, dove hanno sede la Soprintendenza per i Beni archeologici della Toscana, il grande Museo Archeologico, già Museo topografico dell’Etruria, e il Museo Egizio, il secondo più importante d’Italia.

Lo dirige appunto la dottoressa Guidotti, dietro a una scrivania sopraffatta da vasetti, amuleti, frammenti di sarcofagi… briciole di un patrimonio giunto dalla valle del Nilo nei modi più svariati, dagli acquisti di “meraviglie” da parte di casa Medici alle spedizioni scientifiche ottocentesche.

Guidotti è anche membro del Comitato scientifico del Museo Egizio di Torino, secondo al mondo dopo quello del Cairo, e partecipa ogni anno a campagne di scavo in Egitto come esperta di ceramica.

Grande studiosa, ma sensibilissima agli aspetti divulgativi di una materia che, per la sua stessa popolarità, rischia di essere continuamente manipolata con le teorie più strampalate.

D: Lei è sicuramente una persona fortunata essendo riuscita a trasformare una grande passione nel suo lavoro quotidiano. Possiamo riassumere questo percorso? Com’è nato l’amore per l’Egittologia?

R: Tutto è iniziato a dodici anni, quando sono andata per la prima volta in Egitto con i miei genitori. Un viaggio che mi ha segnato, rimasto per sempre impresso nella mia memoria. Per esempio la sensazione che provai quando al Museo Egizio del Cairo mi trovai davanti alla maschera d’oro di Tutankhamon. Avevo letto tutto sulla scoperta della sua tomba e rimasi letteralmente a bocca aperta.

Poi, arrivata all’università, ho scoperto che quel primo amore poteva trasformarsi in un percorso di studi approfondito e mi ci sono buttata a capofitto. Mi sono laureata in Egittologia a Pisa con la professoressa Edda Bresciani e dopo solo due anni ho avuto la fortuna di accedere a un concorso nazionale che mi ha portato al Museo Egizio di Firenze, proprio dove desideravo. […]