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Con i neandertaliani nella grotta di Shanidar

Archeologia Viva n. 154 – luglio/agosto 2012
pp. 70-76

di Laura Longo e Andrea Misuri

L’inviato di Archeologia Viva nel Kurdistan iracheno in visita al celebre antro dei monti Zagros

Luogo che ha restituito i primi resti ossei dell’Uomo di Neandertal e in particolare una sepoltura dove il defunto fu amorevolmente coperto di fiori

Da Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, sono tre ore per arrivare a Shanidar. Ci accompagna Salar Khudur Hussein, presidente del Consiglio comunale.

Costeggiamo il lago Dukan, i cui pesci, carpe e lucci giganteschi, sono in vendita lungo le strade in baracchini addobbati con file di dondolanti lampadine. Poi puntiamo a nord.

Saliamo ai 1000 metri del centro turistico di Shaklawa; attraversiamo gruppi di casupole abbarbicate, Mamayalka, Pirrash, Akre; scavalchiamo i 1400 metri del passo Speelik lasciando alle spalle la montagna di Korek (che dà il nome a una compagnia telefonica del Paese…).

Le vette, di un rosso ruggine, si susseguono brulle, ma non più così ostili come quando venimmo la prima volta da queste parti: le carrabili che si arrampicavano sbilenche sono ora sostituite da larghe arterie asfaltate.

La strada s’infila in una gola selvaggia, per impennarsi ancora nell’ultimo tratto.

«Negli anni Cinquanta, ai tempi della scoperta della caverna – ricorda Salar, che qui ha lavorato come ingegnere – si arrivava a dorso di mulo». Ora troviamo un parcheggio. […]