Antinoo. Il fascino della bellezza Mostra a Tivoli

Antinoo. Il fascino della bellezza

Archeologia Viva n. 154 – luglio/agosto 2012
pp. 24-33

a cura di Archeologia Viva

Pochi sono gli elementi biografici per capire chi fu realmente il giovane amato da Adriano tragicamente scomparso nelle acque del Nilo

Ma grandiosa – grazie alla passione alla cultura e al potere del suo imperatore – fu la produzione artistica che ce ne ha tramandato l’effigie e con essa un capitolo straordinario dell’arte greco-romana

Il giovane Antinoo arrivò a Roma intorno al 125 d.C. al seguito di Adriano che lo aveva conosciuto probabilmente nel 123, durante una sosta del suo lungo viaggio entro i confini dell’Impero, durato due anni.

A quel tempo la villa di Tivoli doveva essere interessata da numerosi cantieri, come prova la documentazione offerta dai bolli laterizi nelle murature che testimonia una frenetica e vasta attività edilizia in questi anni.

Agibile era sicuramente il Teatro Marittimo, progettato mentre si restaurava la vecchia villa repubblicana, e anche le cosiddette Terme con Eliocamino, edificate velocemente per sopperire alle nuove esigenze del complesso residenziale.

Tuttavia, nonostante che la dimora imperiale non fosse certo terminata, Adriano poteva già abitarvi e governare dalla grandiosa residenza tiburtina, predisposta per ospitare anche la corte.

Il favorito di Adriano restò al fianco dell’imperatore, seguendolo anche nei viaggi ufficiali, come quello intrapreso nel 128 e che nel 130 si concluderà tragicamente con la morte del giovane Antinoo.

Antinoo annegò nel Nilo

Sappiamo infatti dalle fonti antiche – che specularono sulla vicenda alludendo a una dinamica poco chiara degli eventi – che durante la spedizione, risalendo il corso del Nilo, Antinoo annegò nel fiume e Adriano, profondamente colpito dal dolore della perdita, fondò Antinoopolis nei pressi del luogo dov’era avvenuta la tragedia e dichiarò giorno festivo il 27 novembre, data di nascita di Antinoo.

Il giovane bitinio venne divinizzato dai sacerdoti egizi e rappresentato come Osiride, la massima divinità religiosa cui erano assimilati i faraoni.

Di ritorno dall’Egitto, dopo il 133, Adriano progettò di onorare nella villa di Tivoli l’amasio perduto con un grande edificio absidato, in cui è stato riconosciuto un Antinoeion, collocato lungo l’ingresso monumentale che conduceva al Vestibolo. […]