La tomba dipinta di Mandras Sardegna prenuragica

La tomba dipinta di Mandras

Archeologia Viva n. 153 – maggio/giugno 2012
pp. 62-69

di Cinzia Loi

Nel territorio del comune sardo di Ardauli una delle molte tombe a grotticella di età prenuragica si distingue per le pitture degli interni: un patrimonio che è a rischio di rapida scomparsa

Siamo nella regione storica del Barigadu, nel territorio di Ardauli (Or), Sardegna centrale. Una natura incontaminata – a tratti selvaggia, in cui predomina la macchia mediterranea con querce da sughero, lecci, cisti e lentischi – custodisce da millenni un immenso patrimonio.

Le prime tracce di frequentazione umana sembrano risalire al Neolitico recente, caratterizzato in Sardegna dal diffondersi della Cultura di Ozieri (IV-III millennio a.C.).

Lo testimoniano le numerose tombe ipogee a domus de janas, le ‘case delle fate’ della tradizione popolare, meglio conosciute ad Ardauli come sos musuleos, ‘i mausolei’, tipiche appunto del Neolitico sardo.

Le domus de janas costituiscono senz’altro l’elemento peculiare dei beni archeologici del Barigadu. Si tratta in prevalenza di ipogei raggruppati in piccole necropoli distribuite sull’intero territorio, cui facevano riferimento gruppi umani di consistenza limitata riuniti in modesti agglomerati abitativi.

Nella Sardegna prenuragica i principali elementi dell’architettura civile (dimore, edifici di servizio…) venivano realizzati in materiale deperibile e sono in parte documentabili proprio attraverso le rappresentazioni scolpite in rilievo, più raramente incise o dipinte, all’interno di alcune di queste tombe a grotticella.

Il fenomeno della trasposizione nella viva roccia di parti strutturali della casa dei vivi, per consentire al defunto una simbolica continuità di vita oltre la morte, interessa duecento tombe fra le circa tremilacinquecento domus de janas censite finora in tutta l’isola. […]