Capua e il museo campano Campania felix

Capua e il museo campano

Archeologia Viva n. 153 – maggio/giugno 2012
pp. 40-53

di Maria Luisa Nava

Dalla presenza etrusca sannitica e romana sino a Federico II e oltre la complessa storia di questa vivace metropoli della Campania antica

rivive nelle sale di un ricchissimo museo fondato subito dopo l’Unità d’Italia e ora riaperto in forma smagliante…

Quante volte “Campania illa felix“, “Capua altera Roma“… ci è balzato all’occhio, dalle pagine di un testo scolastico, da una traduzione del liceo, dal passo di un moderno autore “colto”…

La forza evocativa di queste espressioni non si è mai affievolita, sostenuta dalle testimonianze storiche e dai monumenti che nell’ager Campanus confermano la grandezza del passato.

È vero, la Campania e soprattutto il Casertano nel tempo hanno modificato il loro aspetto; la fertile e dolce campagna è invasa da industrie e centri commerciali, attraversata da grandi assi viari; le città, popolose quanto in antico, si sono strette anche troppo intorno alle vestigia storiche, circondandole con palazzoni incombenti.

Ma il ricordo rimane ed è là, ben presente nel maestoso anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere (il centro che propriamente occupa il sito della metropoli antica), nell’armoniosa solennità della basilica di Sant’Angelo in Formis, erede del santuario di Diana Tifatina (cioè la Diana del vicino monte Tifata, all’epoca coperto di boschi), oltre che nella città medievale e moderna che porta il nome di Capua e, logicamente, nel museo che da centoquarant’anni tramanda la storia del territorio, e che ora si rimette in gioco riaprendo dopo i lavori di ristrutturazione e riallestimento. […]