Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 213 – maggio/giugno 2022

di Piero Pruneti

Così anche l’altro dei fratelli Castiglioni, Angelo, se n’è andato. Il 17 febbraio, cinque anni dopo Alfredo, gemelli inseparabili, nati nel 1937. Con loro scompaiono gli ultimi esploratori, tali non solo per l’eccezionalità nel progettare imprese ai limiti dello scibile e del rischio, ma anche perché quel mondo “altro” che essi hanno cercato per una vita in tutti i continenti è in gran parte scomparso. Fisicamente erano uguali (per essere riconosciuti suggerivano di tenere d’occhio la cravatta, quando la portavano). Pose da Castore e Polluce nelle foto.

I caratteri erano appena diversi: più estroverso e provocatorio Alfredo (diceva di essere il fratello bello…), un po’ sornione e remissivo Angelo. Ognuno aveva la sua sfera privata, ma li trovavi sempre insieme, a progettare, scrivere, ordinare, parlare alla gente. Intercambiabili negli interessi e nel lavoro. Rapportarsi con uno o l’altro era la stessa cosa. Si passavano la palla che non te ne accorgevi. In più disponevano di una comicità innata, sapevano intrattenere, insegnando divertivano. Capaci di farti ridere anche raccontando di situazioni drammatiche. Sempre in overdose di autoironia. Non si sono mai risparmiati e la vita è stata generosa con loro.

Fino agli ultimi anni, quando la resistenza fisica, compromessa da una infinità di disagi ambientali, è entrata in sofferenza. Allora è stata una corsa contro il tempo per condurre a buon punto l’ultima impresa, gli scavi di Adulis, in Eritrea, ora nelle mani dell’amica Serena Massa, e per ordinare la memoria, dispersa in una mole spropositata di foto, filmati e diari, testimonianze vive di popolazioni e ambienti millenari venuti meno nel giro di qualche decennio. Un lavoro immenso, quest’ultimo, che Marco, unico figlio e nipote, sta affrontando con grande competenza e coraggio nella prospettiva di un “museo dell’uomo” capace di parlare a tutti. Come sanno fare i Castiglioni.   

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”