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Feltre: inaugurato il nuovo museo archeologico

2 maggio 2022


A Feltre, la “Venezia dolomitica”, ha aperto i battenti il nuovo Museo Archeologico. Documenta le vicende della romana Feltria, un municipium che aveva competenza sulle vallate alpine comprese tra Belluno e Trento, come testimoniato da una scritta scolpita a oltre duemila metri sul monte Pergol, nella catena del Lagorai. Un territorio vastissimo che rendeva Feltria tra i centri più rilevanti dell’area.

Il nuovo Museo, realizzato dal Comune di Feltre, in accordo con la Soprintendenza Archeologia di Belluno, espone reperti unici riconducendo ai luoghi del rinvenimento, ma anche a quelli dove furono collocati i principali monumenti della città romana e, ancor prima, retica.

Feltre millenaria

I mille anni di vita di Feltre, dalla civiltà retica alla caduta dell’Impero, sono documentati da reperti archeologici la cui storia si può ora approfondire attraverso dispositivi multimediali che rendono il percorso interattivo.
Il nuovo Museo conduce il visitatore lungo itinerari che idealmente portano molto lontano da queste terre.

Come nel caso della rarissima iscrizione di Anna Perenna, singolare (e ambivalente) figura di divinità testimoniata a Feltre e nel quartiere Parioli a Roma, dove in anni molto recenti è stato rinvenuto un suo santuario, con una cisterna al cui interno gli archeologi hanno trovato una ventina di lamine con maledizioni e figurine antropomorfe di materiale organico entro piccoli contenitori.

Sepolto due volte: a Roma e a Feltre

Sempre a Roma conduce il monumento funebre dedicato a Lucius Oclatius Florentinus, pretoriano feltrino di illustre lignaggio, morto a 24 anni. “Sepolto due volte”, caso rarissimo, a Feltre e a Roma, all’imbocco della via Cassia. Per la prima volta i due monumenti funebri saranno riuniti nel Museo grazie al prestito del secondo da parte del Museo Nazionale Romano.

La lettura incrociata di tali manufatti consente di ricostruire le vicende del più ampio nucleo familiare noto della Feltre romana.
All’interno del nuovo Museo una “parata” di capitelli ionico-italici in pietra tenera di Vicenza, mentre la sala attigua è dedicata alla piccola statuaria e mostra il gusto raffinato degli ornamenti delle ricche dimore locali tra il I sec. a.C. e il II d.C.

Miti e divinità

La fontanella, rinvenuta nel 1926 in via Mezzaterra, evoca gli zampilli che dovevano risuonare in un elegante giardino, mentre l’enigmatico sorriso della Testa di Satiro, trovata poco distante nel 1935, trasporta in un mondo di miti legati a Dioniso e al suo seguito.

Davvero insolite le circostanze del rinvenimento del busto di efebo, copia romana del Narciso di Policleto, scoperto nel 1986, murato nei palazzetti Bovio-Da Comirano.

Nella sala dedicata ai culti è possibile ammirare la monumentale statua di Esculapio in marmo greco, emersa durante gli scavi sul sagrato del Duomo nel 1974, che costituisce oggi la più grande rappresentazione del dio della medicina di tutta l’Italia ed è uno dei pezzi più significativi del nuovo  Museo. Accanto si trova l’ara votiva dedicata all’antichissima dea delle origini di Roma, la già citata Anna Perenna.

Due altre sale propongono una carrellata sui culti funerari attestati nel Feltrino: dalle iscrizioni, come quella a Celio Montano dall’elaborata decorazione scolpita, al frammento di un imponente sarcofago di età imperiale emerso negli scavi di palazzo Bizzarini nel 2002.

Non mancano reperti rinvenuti in aree sepolcrali di remoto utilizzo come quella del cimitero urbano, che offrono un esempio degli oggetti che accompagnavano il defunto nel suo viaggio nell’aldilà: dagli ornamenti della persona a monete e suppellettili in terracotta, vetro soffiato e metallo. Del tutto particolare la tomba di Aeronia Maxima rinvenuta a Sovramonte negli anni Cinquanta, composta da un’urna tufacea contenente ossa incinerate, un’iscrizione e un piccolo corredo.