Nubia: i “faraoni” di Meroe Civiltà sul Nilo

Nubia: i faraoni di Meroe

Archeologia Viva n. 152 – marzo/aprile 2012
pp. 46-55

di Roberta Petrilli

Sovrani dalla pelle nera guidarono una civiltà di grande fascino sviluppatasi per molti secoli fra l’Egitto e il cuore dell’Africa

Notevoli furono quindi i contatti e le reciproche influenze determinate dai rapporti commerciali e culturali fra i due grandi paesi affacciati sulle rive del Nilo

Lungo le rive del Nilo per circa milleseicento chilometri di fiume, tra le attuali Assuan e Khartoum, si estendeva la Nubia, sede di una grande civiltà intermediaria tra il Mediterraneo e l’Africa nera. A partire dai primi anni del secolo scorso in questo territorio sono stati messi in luce importanti siti del periodo napateo (653-270 a.C.) e meroitico (270 a.C.-350 d.C.), attraverso cui si tenta di ricostruire la storia della regione nubiana successiva ai “faraoni neri” della XXV dinastia (775-653 a.C.).

La Nubia, che oggi comprende Egitto meridionale e Sudan settentrionale, è divisa in due parti: all’altezza della prima cateratta del Nilo, ad Assuan, inizia la Bassa Nubia che si estende fino alla seconda cateratta presso Wadi Halfa, al confine dell’Egitto con il Sudan, a sud della quale comincia l’Alta Nubia (la mitica terra di Kush per gli antichi Egiziani).

Le ricerche che tutt’oggi proseguono in territorio nubiano forniscono risultati di estremo interesse contribuendo a chiarire il ruolo della civiltà nubiana nell’ambito del continente africano e sui rapporti con le culture del tempo. La Nubia non fu affatto un territorio periferico rispetto all’Egitto faraonico, come si pensava fino a qualche decennio fa. […]