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Roma: ancora sorprese dal sottosuolo

3 maggio 2022


A Roma, le indagini archeologiche in corso in via Luigi Tosti hanno portato alla luce un nuovo edificio funerario con preziosi frammenti di un sarcofago di marmo decorato e un’ara dedicata a una giovanissima donna, Valeria.

Per caso ma non troppo

I rinvenimenti sono avvenuti durante alcuni lavori propedeutici alla bonifica idrica della strada, curati dalla Soprintendenza speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, con la direzione scientifica di Angelina De Laurenzi, e condotti da Archeo di Fabio Turchetta.

Le nuove scoperte hanno rivelato un edificio funerario che faceva parte della grande necropoli della antica via Latina, con olle – urne cinerarie murate nelle pareti – sepolture a inumazione e resti in marmo di notevole interesse.
I materiali rinvenuti sono ancora in corso di studio, ma da una valutazione preliminare è possibile datare i ritrovamenti al II sec. d. C.

In ricordo di Valeria

A due metri al di sotto dell’attuale piano stradale è emersa un’ara funeraria in marmo bianco perfettamente conservata, su cui si legge una epigrafe dedicata a una ragazza: «Valeria P F Laeta vixit annis XIII m VII». La scritta, in capitale latina, da uno studio preliminare potrebbe essere sciolta con «Valeria Laeta figlia di P[ublio] visse 13 anni e 7 mesi».

Decorazioni di lusso

Particolarmente suggestiva anche la scoperta di alcuni frammenti di un sarcofago a lenòs – vale a dire a vasca con gli angoli stondati – in marmo bianco.

Uno dei pezzi presenta una decorazione a bassorilievo di pregevole fattura, con una scena di caccia: una leonessa sovrastata a sinistra dal cavallo del cacciatore (di cui si conservano esclusivamente le zampe anteriori), viene braccata sulla destra da un mastino.

Sopravvissuto in parte e per miracolo

Il colombario (ambiente sepolcrale nelle cui pareti erano ricavate le nicchie per la custodia delle ceneri) era di piccole dimensioni (4 metri per 3).

Probabilmente ipogeo, era realizzato nel banco naturale di tufo e costituito da possenti murature in opera cementizia di 80 centimetri ricoperte da un paramento in mattoni (opus latericium), di ottima fattura. Le pareti erano rivestite di intonaco dipinto di giallo e rosso, a emulare delle lastre marmoree. L’edificio è stato rinvenuto in crollo e fortemente danneggiato, tanto che non si può escludere possa essere stata demolito meccanicamente durante l’urbanizzazione del quartiere, avvenuta negli anni Trenta del Novecento.