Da Interamnia a Teramo Antico Abruzzo

Da Interamnia a Teramo

Archeologia Viva n. 152 – marzo/aprile 2012
pp. 16-25

di Glauco Angeletti

La città “tra i due fiumi” medievale e moderna si è letteralmente sviluppata sopra a un tappeto di mosaici:

quelli delle residenze urbane della facoltosa classe dirigente locale che dopo la conquista romana rese bello e famoso l’antico centro dei Pretuzi

Il luogo dove oggi sorge la città di Teramo, fin dalla tarda età del Bronzo e soprattutto nell’età del Ferro, si sviluppò come area insediativa su una lingua di terra tra due fiumi, il Tordino e il suo affluente Vezzola, in una felice posizione geografica che domina a ovest il Gran Sasso e i Monti della Laga e, ad est, la vallata dello stesso Tordino fino al mare.

Per questo, con la pianificazione stradale di età romana, Teramo venne attraversata da una diramazione della Caecilia, l’importante via consolare che, staccandosi dalla Salaria al 35° miglio da Roma, oltrepassati gli Appennini e l’antico centro italico di Amiternum (presso l’attuale L’Aquila), raggiungeva appunto Interamnia Praetutiorum, la “città fra i due fiumi dei Pretuzi”, la futura Teramo, e poi l’Adriatico presso Castrum Novum (Giulianova).

Nel 1997 nell’area di Campo della Fiera è stata messa in luce una complessa stratigrafia che ha posto le basi per lo studio dell’abitato protostorico, ritenuto fino a quel momento scomparso sotto la città romana, permettendo di individuare in località Madonna della Cona un sepolcreto in uso dal IX sec. a.C. al III sec. d.C.

Queste indagini hanno fornito ulteriori chiarimenti a quanto si supponeva riguardo al nucleo protostorico di Teramo, e cioè che esisteva un abitato preromano con un territorio delimitato da più aree cimiteriali. […]