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Frammento “Fagan”: per sempre ad Atene  

23 maggio 2022


La Sicilia ancora più vicina alla Grecia

Potrà restare per sempre in Grecia il cosiddetto “Reperto Fagan”, il frammento della lastra appartenente al fregio orientale del Partenone che raffigura il piede di Artemide (dea della Caccia) seduta in trono.

Il reperto, giunto all’inizio del XIX secolo nelle mani del console inglese Robert Fagan in circostanze non del tutto chiarite, fu lasciato in eredità alla moglie che successivamente lo vendette tra il 1818 e il 1820 al Regio Museo dell’Università di Palermo, di cui il Museo Archeologico Regionale “Antonino Salinas” è l’odierno epigono.

Adesso il governo della Regione Siciliana ha dato il proprio consenso alla cosiddetta “sdemanializzazione” del bene, cioè l’atto tecnico che si rendeva necessario per la restituzione definitiva del frammento. Si attende ora solo il “nulla osta” finale del MiC, che potrebbe arrivare in tempi molto rapidi.

Raggiunto da Archeologia Viva, l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, esprime grande soddisfazione.

Assessore, la Sicilia fa dunque da apripista al ritorno in Grecia dei reperti del fregio del Partenone
Abbiamo dato un segnale internazionale sul tema del ritorno dei marmi del Partenone ad Atene. Ed è significativo perché fa parte di quella politica mediterranea che per me è fondamentale perseguire tra paesi che si conoscono e si riconoscono nel nome dell’identità della cultura che è cementata da una storia plurimillenaria proprio come le nostre Storie, quella dalla Sicilia e quella della Grecia. Questa vicenda segna dunque il passo di una nuova politica internazionale sui beni culturali.

A gennaio un primo atto di questa intesa al Museo Archeologico Salinas di Palermo… Sì, dallo scorso 10 gennaio il frammento si trova già al Museo dell’Acropoli di Atene, dove nel corso di una cerimonia, a cui ha preso parte il premier greco Kyriakos Mitsotakis, è stato ricongiunto al fregio originale da cui era stato asportato. Il ritorno ad Atene è stato possibile in base all’accordo, nato dalla proficua interlocuzione fra il Governo siciliano e il Governo di Atene e siglato nei mesi scorsi dal Museo Archeologico Regionale “A. Salinas” di Palermo, diretto da Caterina Greco, e dal Museo dell’Acropoli di Atene, diretto da Nikolaos Stampolidis.

In base all’accordo, da Atene è arrivata invece a Palermo un’importante statua acefala della dea Atena, databile alla fine del V sec. a.C., che ha già riscosso notevole successo di visitatori e che resterà esposta al Museo Salinas per quattro anni; al termine di questo periodo, giungerà un’anfora geometrica della prima metà dell’VIII sec. a.C. che potrà essere ammirata per altri quattro anni.

Un segnale anche nei confronti del British Museum a cui da anni Atene chiede la restituzione dei celebri marmi sottratti nell’Ottocento…
Intanto sono felice che alla conferenza di Parigi dell’Unesco ci sia stato per la prima volta un disgelo tra la Grecia e la Gran Bretagna con un primo spiraglio di trattative tra il governo britannico e quelle ellenico sulla famosa restituzione . La Sicilia resta un esempio perché quello che è accaduto non è uno scambio di opere d’arte ma di saperi, di visioni. Oggi il British Museum ha una grande occasione: quella  di non fare muro contro muro rispetto al Museo dell’Acropoli, ma di avviare un percorso di collaborazione per crescere insieme…