Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 152 – marzo/aprile 2012

di Piero Pruneti

Dopo due anni dalla prima edizione, torna all’Odeon di Firenze, una delle più belle sale cinematografiche d’Italia, la manifestazione “L’archeologia al cinema”: due giorni (30 aprile e 1 maggio) dedicati ai capolavori della documentaristica, presentati insieme a ospiti d’eccezione. È una iniziativa che consente al cinema di archeologia di esibire sul grande schermo tutta la spettacolarità di cui è capace. L’ingresso è libero.

Ma parliamo un po’ di questo numero, che mi sembra molto dinamico per gli argomenti trattati e gli stessi spazi geografici di riferimento. Prima di tutto, un salto in Abruzzo alla scoperta della romana Interamnia: lo splendore dell’antica Teramo – separata dall’Urbe da montagne vinte solo in tempi recenti con un lungo traforo – fa capire tutto l’impeto di quella dinamica storica che chiamiamo romanizzazione. Poi, un viaggio lungo la “via della seta” ci consente di uscire dagli schemi riduttivi a cui ci abituano le semplificazioni mediatiche.

Due articoli interessano l’Africa nera – sulla Namibia e sulla Nubia sudanese – a farci riflettere su epoche più brillanti per il continente che ha pagato il prezzo più alto al colonialismo occidentale. Una mostra a Venezia richiama l’attenzione sull’Armenia, vista questa volta attraverso la bimillenaria produzione culturale legata al cristianesimo.

Ma ritorniamo in Italia, fra Cerveteri e Tarquinia, con una panoramica dei tempi paleolitici sul territorio di Allumiere, tanto ricco di testimonianze (vedi anche il DVD allegato) quanto poco noto, forse a causa della vicinanza con forti celebrità archeologiche.

Passando all’età classica, è di grande interesse la vicenda dei capolavori passati nell’Ottocento da Villa Borghese al Louvre e, temporaneamente, di nuovo visitabili a Roma. Infine, lo scavo di Tell al-Mashhad, dove i responsabili italo-giordani delle ricerche hanno coinvolto dei ragazzi portatori di handicap: archeologia e solidarietà. Non è una bella notizia?

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”