Tas-Silġ. 4000 anni a Malta Civiltà mediterranee

Archeologia Viva n. 214 – luglio/agosto 2022
pp. 60-73

di Filippo Airoldi, Francesca Bonzano, Alberto Cazzella, Jacopo De Grossi Mazzorin, Elisa Grassi, Florinda Notarstefano, Claudia Perassi  Giulia Recchia, Marco Sannazaro, Grazia Semeraro

Sull’isola al centro del Mediterraneo le ricerche della Missione archeologica italiana raccontano la storia plurimillenaria – dal Tardo Neolitico fino all’epoca romana e bizantina – del santuario di Tas-Silġ

Un sito unico capace di “reinventarsi” con successo e che fa luce sulle varie fasi culturali che interessarono l’arcipelago

Laltura domina la baia di Marsaxlokk, uno dei principali porti naturali nella parte meridionale dell’isola di Malta. Siamo nel sito di Tas-Silġ (il nome si deve alla vicina chiesa Knisja tal-Madonna tas-Silġ costruita nel 1654 e dedicata alla ‘Madonna delle Nevi’), frequentato per quasi quattromila anni, un luogo di culto unico nel Mediterraneo: un santuario megalitico del Tardo Neolitico, occupato per tutta l’età del Bronzo, viene trasformato nel periodo fenicio-punico nel santuario di Astarte di Malta e successivamente, in epoca romana, in quello di Hera-Giunone melitense, per essere poi sede in epoca bizantina di una chiesa con battistero.

Ripetute attività di espoliazione in epoca moderna hanno fortemente compromesso la visibilità delle strutture antiche, che tuttavia le ricerche archeologiche hanno permesso di ricostruire e visualizzare anche attraverso modelli in 3D.

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