Etruschi di Perugia. Un popolo e una città di confine Etruria interna

Archeologia Viva n. 214 – luglio/agosto 2022
pp. 10-25

di Maria Angela Turchetti

Perugia appare a pieno titolo una tra le più importanti e antiche città della dodecapoli etrusca

Grazie alle testimonianze archeologiche venute alla luce negli ultimi decenni alle imponenti mura e porte urbiche a capolavori di ingegneria idraulica quali il cosiddetto Pozzo Sorbello alle numerose necropoli dislocate tutto intorno al centro abitato e ai reperti conservati presso il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria

La città attuale, di cui per la fase antica conosciamo con sicurezza il solo nome latino, Perusia, sorge a quasi cinquecento metri di quota su due alture, il colle Landone a sud e il colle o monte del Sole a nord, divise da una depressione centrale corrispondente all’odierno Corso Vannucci, la via principale.

Sotto di essa, come provano i rinvenimenti archeologici, almeno a partire dall’età del Bronzo finale-inizi età del Ferro (XI-X sec. a.C.), sorse il primo insediamento e si sviluppò la città antica, in posizione dominante rispetto alla Valle Umbra e al vicino corso del Tevere, organizzata, soprattutto in età etrusco-romana, in terrazze degradanti e opere di sostruzione a contenimento del declivio collinare.

Posta sulla riva destra del fiume abitata dagli Etruschi e in strettissimo contatto con il territorio umbro sull’altra sponda del Tevere, Perugia ha rappresentato un limite e un confine, ma anche un tramite e un centro propulsore per scambi economici e culturali tra due popolazioni, Etruschi e Umbri, le cui diverse anime hanno concorso alla formazione dell’identità dell’Umbria attuale.

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