Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 214 – luglio/agosto 2022
p. 2

di Piero Pruneti

Questo numero si apre con uno speciale dedicato a Perugia, città forte protagonista nella storia antica dell’Italia centrale, “normalizzata” prima dai Romani e molti secoli dopo dai papi con la costruzione della grandiosa Rocca Paolina. Se tuttavia entriamo nelle sale del Museo archeologico nazionale dell’Umbria la vicenda che si impone ai nostri occhi è quella delle origini e della vita di una “polis” etrusca ai bordi della media valle del Tevere, oltre la quale iniziava un mondo diverso, quello degli Umbri e poi dei Piceni fino all’Adriatico.

Dunque, Perugia “città etrusca di confine”, immersa in un ruolo di contatti ravvicinati con popoli “altri”, con i quali si tenevano rapporti utili, ma – trattandosi di genti “straniere” – prudenti e spesso ostili, come talvolta potevano rivelarsi quelli con le stesse città-stato etrusche del Tirreno. Al primo piano del museo si è accolti dalla teoria di urne cinerarie provenienti dal territorio.

Lo stesso se entriamo nell’imponente Ipogeo dei Volumni. Urne a centinaia, dove ottimi artigiani rappresentarono l’orizzonte culturale dei perugini antichi insieme ai loro volti, sentimenti e modi di porsi, come vediamo sulla coloratissima urna detta “del bacio” con cui abbiamo voluto aprire l’articolo. Una realtà sociale e politica quella della Perugia etrusca durata molti secoli, guidata da classi dirigenti attente agli affari, capaci di barcamenarsi con successo anche nel nuovo mondo romano, fino al momento ineludibile della lotta fra Antonio e Ottaviano. In quel caso costò caro trovarsi dalla parte sbagliata…

È la prima volta che sulla Perugia degli Etruschi viene pubblicato un articolo così esteso e brillante. Mi sembra doveroso ringraziare la direttrice del museo, Maria Angela Turchetti, che ha scelto le pagine della nostra rivista per comunicare una realtà storico-archeologica altrimenti familiare solo a pochi esperti.                                          

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”