Archeologia Viva n. 215 – settembre/ottobre 2022
pp. 70-71
di Francesco Tiboni
Rappresentò il punto di svolta nella concezione delle navi da guerra antiche ma lo scopo tattico non sarebbe stato quello di sfondare la fiancata del naviglio nemico quanto portare alla resa dell’avversario per manifesta impossibilità di manovra
Negli ultimi anni, soprattutto grazie all’imponente lavoro di ricerca che il compianto Sebastiano Tusa (1952-2019) ha iniziato intorno alle isole Egadi (vedi: AV n. 177), gli esperti di archeologia navale hanno potuto analizzare in maniera più precisa e approfondita quello che – a detta della maggior parte degli studiosi di architettura navale antica – rappresenta il vero punto di svolta nella costruzione delle unità da guerra: il rostro.