Archeologia Viva n. 215 – settembre/ottobre 2022
pp. 50-59
di Maria Giovanna Biga
La guerra ancora in corso in Siria da oltre un decennio ha causato la sospensione delle ricerche nella vasta area archeologica della città antica ma dallo studio delle migliaia di tavolette rinvenute nelle sale degli archivi reali emergono particolari inediti sulla vita in una grande corte siriana del III millennio a.C.
Negli scorsi anni Settanta una missione archeologica dell’Università La Sapienza diretta da Paolo Matthiae ha scoperto che sotto il tell (collina artificiale che ricopre un insediamento antico) di nome Mardikh, nel nord della Siria, circa 60 km a sud-ovest di Aleppo, c’era l’antica Ebla. Quel tell è di dimensioni notevoli (56 ettari), circondato dai resti di possenti fortificazioni a terrapieno. Quando nel 1964 erano iniziati gli scavi il nome della città non si conosceva.
Nessuno poteva immaginare che lì sotto ci fosse la grande Ebla, nominata nel XXIV sec. a.C. da due dei più famosi sovrani della Mesopotamia, Sargon e Naram-Sin di Accad, che dicevano l’uno di aver raggiunto, l’altro di aver conquistato primo tra i mortali.