Con i Lettori Editoriale

Archeologia Viva n. 151 – gennaio/febbraio 2012

di Piero Pruneti

Crollano i muri di Pompei, mentre entriamo nel quarto decennio di vita di Archeologia Viva (l’importante traguardo è stato festeggiato con un’emozionante cerimonia al Museo Mimara di Zagabria: vedi p. 7).

Nei trent’anni appena trascorsi crediamo di avere fatto la nostra parte in difesa dei beni culturali e al servizio di una corretta divulgazione della ricerca scientifica che si occupa del passato, senza mai cedere a facili sensazionalismi e senza mai tacere di fronte alle scelte della malapolitica.

D’altronde, al di là dello specifico archeologico, il compito di un organo d’informazione è innanzitutto quello di guardare in faccia la realtà, cercando di arginare la retorica invadente di chi per troppo tempo ha voluto farci credere ai miracoli. Sarà certo un caso, ma i crolli di Pompei – testimonianza e simbolo di un patrimonio lasciato a se stesso, salvo utilizzarlo per “ricchi” incarichi di natura politica – hanno smascherato l’assenza di una minima strategia per la salvaguardia del nostro patrimonio, come la crisi finanziaria ha alla fine messo a nudo l’inadempienza di un governo che finché ha potuto ha nascosto la verità. Ormai quasi una generazione è stata educata a prendere in considerazione solo “quello che appare” e non “quello che è”.

Qualche tempo fa una mia parente, accorgendosi che non sono molto informato a livello di gossip televisivo, un po’ preoccupata mi ha chiesto «ma in che mondo vivi?». Appunto: la realtà di Truman Show, in cui gli italiani (una buona parte) sono stati cullati per bel po’ di anni. Ci siamo svegliati solo quando la realtà, quella vera, ci è caduta addosso (comprese frane e alluvioni nel territorio dissestato).

Vedremo ora se sapremo esprimere una classe politica nuova, capace di ricostruire. Quante volte abbiamo detto che un Paese dove i beni culturali e l’ambiente sono maltrattati è un Paese profondamente malato! Il loro stato di salute è un termometro ineludibile di coscienza civile.

Piero Pruneti
direttore di “Archeologia Viva”