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Pantelleria: 300 anfore a 130 metri sott’acqua

28 ottobre 2022


Notizie dagli abissi 

Oltre trecento anfore di età punica sono state individuate nel mare di Pantelleria a 130 metri di profondità, ad alcune centinaia di metri di distanza dal porticciolo di Gadir. Il sito archeologico è stato documentato da un gruppo di subacquei altofondalisti che ha rilevato una grande distesa di anfore sparse lungo una fascia di 400 metri.

Il giacimento era stato individuato per la prima volta nel 2011 da due subacquei, Francesco Spaggiari e Fabio Leonardi. Adesso la Sdss (Society for Documentation of Submerged Site), guidata da Mario Arena, ha rivelato l’esatta consistenza del ritrovamento, documentando con immagini fotografiche e video la grande concentrazione di anfore puniche.

Indagini in profondità

Dichiara il soprintendente del Mare, Ferdinando Maurici: «La costa nord di Pantelleria ha già restituito preziose testimonianze relative alla navigazione e alla frequentazione dell’Isola in tempi remoti. Continueremo lo studio di questo interessante e difficile sito subacqueo, vista la notevole profondità, grazie alla collaborazione dei professionisti che in questi anni ci hanno consentito di raggiungere eccellenti risultati nello studio della Battaglia delle Egadi».

Tutte di epoca punica

Nel corso delle immersioni sono state effettuate operazioni di rilievo e documentazione videofotografica, realizzando in particolare una fotogrammetria tridimensionale ad alta risoluzione, attualmente in fase di elaborazione. Questo rilievo consentirà di studiare la consistenza totale del sito archeologico, la tipologia delle anfore e la loro dispersione.

Da una prima analisi delle immagini si può dire che le anfore sono di cinque tipologie, tutte di epoca punica. Commenta il dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Franco Fazio: «La tutela del patrimonio storico-archeologico della nostra Isola è il principale obiettivo della Regione e i tesori sommersi ne costituiscono una parte cospicua e peculiare».

Chiodi, monete e anelli in piombo

In occasione della missione, grazie al metal detector subacqueo, sono stati individuati in località Cala Tramontana, alla profondità di circa 20 metri, alcuni oggetti riconducibili al ritrovamento del 2011, quando fu scoperto e recuperato un tesoretto di circa 4 mila monete puniche. Si tratta, in particolare, di: 11 chiodi in bronzo di un’imbarcazione naufragata nello stesso tratto di mare; 26 anelli in piombo facenti parte della dotazione dell’imbarcazione e alcuni frammenti in metallo, oltre ad alcuni in ceramica.

Precedenti celebri

Questo ritrovamento fa seguito a quello dell’anno scorso, sempre in località Cala Tramontana, quando furono individuate 40 monete della stessa tipologia, nonché altri chiodi, materiale ceramico e anelli in piombo.

I reperti recuperati sono stati trasferiti a Palermo presso il laboratorio di primo intervento della Soprintendenza del Mare per ulteriori studi e analisi.

Le immersioni, nell’ambito del progetto “Pantelleria 2022”, hanno avuto il coordinamento scientifico della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e sono state effettuate da un team composto da sette subacquei della Sdss – The Society for Documentation of Submerged Sites.