Archeologia Viva n. 149 – settembre/ottobre 2011
pp. 74-75
di Maurizio Vento
Luoghi distanti uniti dal mito e dalla storia e collegati a due tappe decisive del viaggio di Enea da Troia verso il Lazio…
Butroto (Bouthroton/Buthrotum, odierna Butrinto) in Albania e Drepano (Drepanon/Drepanum, attuale Trapani) in Italia: due luoghi affratellati da due tappe decisive del viaggio di Enea da Troia verso il Lazio, un percorso segnato dal fato che precorre di trecentotrentatré anni, secondo la cronologia virgiliana, la data della fondazione di Roma (753 a.C.).
Ma già alla vigilia dell’arrivo dei Troiani i due siti erano stati accomunati per il duplice approdo degli Elimi, un popolo, come sostiene Tucidide, proveniente anch’esso dall’Anatolia e confluito in Epiro prima della migrazione in Sicilia.
Parecchi studiosi apparentano gli Elimi ai Pelasgi: se ne è fatto assertore anche Muzafer Xhaxhiu, professore all’Università di Tirana, nel corso di un convegno promosso a Trapani dall’Associazione nazionale “Ludi di Enea”.
Autorevole anticipatore di questo assunto era stato peraltro, nella seconda metà del XIX secolo, Giosuè Carducci in Rime nuove, LXIII – Primavere elleniche, II Dorica: «De l’ombroso pelasgo Erice in vetta / eterna ride ivi Afrodite e impera, / e freme tutta amor la benedetta / da lei costiera».
Carducci chiama dunque “pelasgo”, cioè “pelasgico”, il monte Erice abitato dagli Elimi, di cui l’omonimo sito sulla vetta era il principale centro religioso.
Nel suo tempio le ierodule, sacerdotesse della dea madre, praticavano la prostituzione sacra, accogliendo i marinai in sosta nel porto di Drepano, da cui agevolmente raggiungevano il santuario della vicina Erice. […]