Grotta del Cavallo: il senso paleolitico della bellezza Obiettivo su...

Archeologia Viva n. 217 – gennaio/febbraio 2023
pp. 66-73

di Lucia Sarti e Fabio Martini

In Puglia lo splendido scenario naturale della baia di Uluzzo conserva uno dei giacimenti preistorici più importanti del Mediterraneo ovvero un prezioso archivio per le culture neandertaliane e di Homo sapiens

Le due specie hanno convissuto nel Salento lasciandoci tracce fondamentali per ricostruire le origini del nostro senso estetico

La ricerca della bellezza è una formidabile esperienza del genere Homo, derivata dall’evoluzione biologica che nel tempo si è coniugata con le trasformazioni culturali e i comportamenti delle varie specie che hanno preceduto lo stadio di Homo sapiens, la specie cui apparteniamo, l’unica sopravvissuta nel lungo processo evolutivo iniziato circa due milioni e mezzo di anni fa.

Riflettere sulla “bellezza” significa affrontare il tema dell’estetica, la quale fa parte della natura umana (ma anche del mondo animale, collegata com’è alla selezione sessuale ovvero alla selezione del “partner”).

La componente estetica (aisthesis: ‘sensibilità’, ‘emozione’) è l’impatto emotivo che supera la percezione immediata della realtà e che porta alla creazione di manufatti (dagli amuleti alle maschere, dagli ornamenti all’intero mondo dell’arte), di gesti simbolici (danze, per esempio), di comportamenti rituali e cerimoniali.

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