Benvenuti a Biblo. Cuore antico del Medierraneo Levante mediterraneo

Archeologia Viva n. 217 – gennaio/febbraio 2023
pp. 40-53

di Maria Giovanna Biga

Trentasette chilometri a nord di Beirut troviamo Biblo oggi una località di mare dove la borghesia libanese va volentieri in vacanza

Le più antiche testimonianze dell’area fenicia provengono da questa città della costa mettendo in rilievo i suoi rapporti particolari con l’Egitto fin dalle dinastie dell’Antico Regno e soprattutto la sua storia di grande scalo marittimo del Levante ora documentata in una grande mostra al Museo di Leiden

Il nome arabo attuale di Biblo, Jbeil, ‘il monte’, allude alla vicina montagna, quella dei famosi cedri: il Libano è ancora chiamato “il paese dei cedri”, anche se ce ne sono rimasti pochi, protetti dall’Unesco. Il suo nome doveva essere Gbal, dal termine semitico e poi arabo gebel, ‘monte’, ma l’etimologia non è sicura.

Le fonti in scrittura cuneiforme riportano Gub-lu nei testi di Ebla in Siria (XXIV sec. a.C.), Gub-la nei testi della III dinastia di Ur in Mesopotamia (XXI sec. a.C.), gbl nella scrittura alfabetica ugaritica, Gubal in fenicio.

La più antica attestazione della parola straniera della città di Biblo nelle fonti egiziane risale alla VI dinastia (2323-2150 a.C.) ed è scritta foneticamente k-b-n, dove n può stare anche per l. Solo a partire dal IV sec. a.C. compare il nome Byblos, attribuitole dai Greci e derivante dalla parola greca che sta per “papiro”, per la fama della città come grande mercato dei papiri importati dalla valle del Nilo.

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