Archeologia Viva n. 217 – gennaio/febbraio 2023
pp. 6-17
di Giuseppe Sassatelli
L’eccezionalità e l’importanza delle recenti scoperte avvenute nei campi antistanti la bella cittadina del Senese già nota per la sua fiorente industria termale sta nel fatto che tutta quella grande quantità di reperti si è presentata in un contesto di scavo stratigrafico grazie al quale le statue bronzee e gli ex voto potranno davvero “parlarci” fornendo uno straordinario contributo di conoscenza storica
n attesa di quanto ci diranno gli studi e il proseguimento delle ricerche volentieri pubblichiamo le riflessioni di uno degli etruscologi italiani più autorevoli
Delle recenti scoperte di San Casciano dei Bagni si è già parlato moltissimo, addirittura a livello mondiale. A volte anche a sproposito per eccesso di spettacolarizzazione mediatica. Per cui a riprendere il tema si rischia di essere banalmente ripetitivi o di fare al contrario considerazioni non sufficientemente argomentate perché i dati a disposizione, quelli veri che fanno conoscenza, sono ancora troppo pochi.
Può sembrare paradossale, ma le cose stanno proprio così se ci si vuole attenere a un rigoroso metodo archeologico, all’interno del quale anche l’oggetto più stupefacente o il monumento più straordinario costituiscono solo una tappa, ovvero un piccolo tassello, nel lungo e anche faticoso itinerario verso la conoscenza storica, che è tutt’altra cosa rispetto ai messaggi di cronaca e ai sentito dire così facilmente rilanciati sui social.
Tutti i mezzi di comunicazione, da quelli più tradizionali a quelli più innovativi, si sono impadroniti della notizia, animati talora più dal desiderio di non restare fuori dalla bagarre mediatica che da un reale interesse per la scoperta.